Il vescovo: aiuteremo i senza lavoro

L’annuncio durante la messa: «Vogliamo seguire l’esempio di San Martino, la sua fu una fede fatta di generosità»
Di Martina Reolon
LA messa in duomo per commemorare San MArtino
LA messa in duomo per commemorare San MArtino

BELLUNO. Non solo l’ormai consolidata raccolta fondi durante l’Avvento. Ma anche dei progetti per dare lavoro a chi è in difficoltà. Ne ha parlato ieri mattina il vescovo della diocesi di Belluno-Feltre Giuseppe Andrich, durante la celebrazione in Cattedrale in onore del santo patrono di Belluno: «Di fronte alla necessità di aiutare tante persone in difficoltà», ha detto il vescovo, «la Caritas diocesana proporrà un progetto su due piani di intervento: il primo è legato alla raccolta fondi nel periodo di Avvento-Natale, per finanziare, in collaborazione con le parrocchie e specifiche cooperative, contratti di lavoro che consentano una prima esperienza lavorativa». Il secondo intervento, più a lungo periodo, è una proposta rivolta direttamente alle parrocchie e concerne l’utilizzo dei fondi raccolti: alle varie comunità il compito di individuare le persone che potrebbero usufruire di questo progetto; segnalare, inoltre, la necessità di piccoli lavori di manutenzione, che potrebbero consentire l’apertura di piccoli cantieri. Nelle intenzioni della Caritas diocesana, annunciate dal vescovo, «questo potrebbe assicurare possibili futuri contratti di lavoro a tempo determinato, primo passo di un graduale inserimento, o anche reinserimento, nel mercato del lavoro». «Al reperimento di fondi nel periodo dell’avvento, che comincia il 1° dicembre», aggiunge don Giorgio Soccol, direttore della Caritas, «abbiamo deciso di accostare un progetto, che sarà biennale, il cui scopo consisterà nel trovare delle occupazioni a chi è rimasto senza lavoro».

Del resto i singoli e le famiglie “ai margini” sono sempre più numerosi. Lo ha ricordato anche il vescovo, che nella sua predica ha esortato tutti, a cominciare dalle istituzioni e dal mondo della politica, a lavorare insieme per creare un clima di condivisione e solidarietà. «Mai come oggi così necessario», ha evidenziato Andrich. «La figura di San Martino è da prendere come esempio: lasciò le armi e si dedicò all’aiuto nei confronti dei bisognosi, diffondendo la fede cristiana in tutta Europa. Una fede fatta di generosità e attività missionaria».

Ripercorrendo le fasi della vita del santo, Andrich ha poi riportato alla memoria dei presenti, l’assegnazione, dieci anni fa, del premio San Martino a monsignor Vincenzo Andrich: «Allora pronunciò un discorso significativo», ha detto ancora Andrich, «mettendo in primo piano la necessità di recuperare il legame comunitario e l’attenzione verso gli ultimi. Lo stesso Papa Benedetto XVI aveva invitato a considerare tra le certezze più intime il valore della condivisione».

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