Il vescovo Andrich: «Le religioni non portano odio ma dobbiamo avere rispetto»

Si sono intrecciate le lingue più diverse nella chiesa di Sargnano: preghiere dei fedeli e canti in portoghese, inglese, ucraino, filippino oltre che italiano. Si è celebrata la Giornata delle Migrazioni
La messa dei popoli celebrata dal Vescovo Monsignor Andrich nella giornata dei popoli
La messa dei popoli celebrata dal Vescovo Monsignor Andrich nella giornata dei popoli

BELLUNO. Si sono intrecciate le lingue più diverse, ieri mattina nella chiesa di Sargnano: preghiere dei fedeli e canti in portoghese, inglese, ucraino, filippino oltre che italiano. Si è celebrata lì la Giornata delle migrazioni, arrivata alla 101esima edizione. Insieme si è celebrato anche il decennale del centro Caritas Haikim, il cui atto di origine è il coordinamento delle Caritas parrocchiali della diocesi di Belluno. Haikim, come ha ricordato monsignor Umberto Antoniol, è il nome di un operaio marocchino morto in un incidente sul lavoro. La sua fotografia è stata portata all’offertorio, insieme con altri doni, dai rappresentanti delle diverse etnie presenti a Belluno e consegnata al vescovo Andrich che ha concelebrato la messa. Tra i doni anche il pane, portato dalle donne ucraine «come segno di comunione e condivisione da coltivare nelle nostre famiglie» e le bandiere di vari popoli «con i loro colori formano un mazzo di fiori variopinto che raduna i vari popoli e nazioni in un unico dono a Dio» come ha spiegato don Antoniol, che è delegato diocesano per le migrazioni e parroco a Feltre.

Nella sua omelia il vescovo Andrich ha chiesto prima di tutto una preghiera per don Livio Piccolin, che ha problemi di salute. E ha parlato del tema centrale della giornata, spiegando come le parrocchie bellunesi siano aperte alla accoglienza, non si chiudono ma partecipano.

La Giornata delle Migrazioni venne istituita ancora da Pio X, 101 anni fa, «in comunione e solidarietà con gli emigranti». Ora e da tempo riunisce coloro che da lontani paesi sono venuti a vivere in provincia di Belluno. La chiesa di Sargnano era piena, molte le famiglie, tantissimi i bambini.

La preghiera dei fedeli è stata recitata in inglese, portoghese, filippino, ucraino e italiano. Anche i canti, molto suggestivi, hanno raccontato storie di popoli lontani ma anche così vicini a noi. Ieri si celebrava anche l’Epifania della chiesa ortodossa e il coro delle donne ucraine al termine della messa ha intonato uno dei canti della tradizione natalizia.

A margine della celebrazione, il vescovo è tornato a parlare di temi così attuali come quelli degli assalti alle chiese africane, o dei fatti seguenti al massacro di Parigi. «Le religioni non seminano odio» ha detto, «anche se nel passato c’è chi, anche nella chiesa cattolica, si è macchiato di gravi colpe. Nel nome di Dio non ci possono essere persecuzioni, ma solo pieno rispetto delle altre persone e delle altre religioni. In questa giornata sentiamo ancora di più il dolore dei popoli che soffrono».

Senza parlare direttamente dei fatti di Charlie Hebdo, ha comunque aggiunto: «Non si possono offendere i sentimenti delle persone, non si può fare qualsiasi cosa contro le sensibilità, contro le religioni. Dobbiamo ritrovare il senso della dignità della persona».

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