Il vescovo di Belluno invita a pregare «per la nostra Nazione»

L’iniziativa durante le messe di domani nelle 158 parrocchie della diocesi. «Questi sono giorni difficili, come non mai a livello del nostro vivere civile»

BELLUNO. Come nei momenti più cupi e gravidi di incognite, la Chiesa «prega per la Nazione», per i suoi governanti. Accadrà anche domani, durante tutte le messe celebrate nelle 158 comunità della diocesi di Belluno Feltre. L’invito porta una firma autorevole, quella del vescovo mons. Renato Marangoni. E queste sono le due preghiere, che verranno recitate dopo l’omelia. Che sono preghiere, ma anche qualcosa di più, come si avrà modo di leggere.

«Per la nostra Nazione, perché fedele alla sua tradizione custodisca i valori che fondano la sua millenaria civiltà e concorra efficacemente all'edificazione di una vera casa comune in Europa e nel mondo, noi ti preghiamo. Per il presidente della Repubblica, i legislatori, i governanti, gli amministratori, i tutori della libertà e dell'incolumità dei cittadini, perché, attenti ai bisogni dei più deboli e indifesi, promuovano con onestà e saggezza ciò che giova alla crescita di tutto il popolo, noi ti preghiamo».

Due preghiere che contengono di fatto dei messaggi molto forti, che richiamano l’impegno politico. I poveri, gli ultimi ed i penultimi: queste sono le figure, anzi le vite che il vescovo e la diocesi raccomandano all’attenzione delle diverse autorità di governo. E, d’altra parte, il vescovo Marangoni fa notare chiaramente la sua preoccupazione.

«In questi giorni “difficili” per la nostra Nazione, non possiamo non cogliere l’appello di una situazione socio-politica che ci riguarda tutti e ci coinvolge, dove fragilità, precarietà e disorientamento si sono manifestate come non mai a livello del nostro vivere civile – sottolinea il vescovo -. La sua dimensione politica e istituzionale ci hanno seriamente preoccupati. In qualche momento abbiamo avuto la sensazione di aver perso i riferimenti valoriali e istituzionali di un sano e promettente impegno per il bene comune».

Le parole del vescovo vanno lette ed interpretate, una per una. «Le nostre comunità ecclesiali sentono l’urgenza di sollecitare tutti i cittadini – afferma ancora il vescovo - le molteplici istituzioni e ogni soggetto sociale, culturale e politico a un senso di responsabilità, perché la vita civile sia riportata alla sua più profonda finalità di bene comune e di giusta e pacifica convivenza sociale».

Ed ecco, dunque, il vescovo spiegare che «come comunità ecclesiali intendiamo porre un segno della nostra attenzione e del nostro impegno dedicando la giornata di domani alla preghiera per la nostra Nazione, considerata nel contesto europeo e internazionale. Il suo bene non può non corrispondere anche al bene di tutti e di ciascuno».

La raccomandazione del vescovo va oltre, fino ad invitare sacerdoti, diaconi e laici a ridestare sentimenti, parole e segni di attenzione e cura per la situazione che stiamo attraversando; a formulare qualche intenzione di preghiera con questa stessa motivazione, in particolare nella Preghiera dei fedeli; a riservare un momento specifico durante la processione eucaristica in cui valorizzare la “Preghiera per l’Italia”, scritta da san Giovanni Paolo II, in modo da arricchire l’azione di devozione propria di questa manifestazione di fede con la preghiera di intercessione. «Confidiamo, inoltre, che alla nostra preghiera, sostenuta dalla nostra fede, corrisponda un leale e positivo impegno di vita civile con le responsabilità personali e comunitarie che esso comporta – conclude il vescovo -. Affidiamo la nostra Nazione alla benevolenza e cura del Signore Gesù e all’intercessione dei nostri patroni: san Martino e i santi Vittore e Corona».

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