Il vicino le entra in casa e la prende per il bavero per le scritte sulle scale
CALALZO. Il vicino entra in casa e la prende per il bavero. Non solo: sempre secondo la Procura della Repubblica, le punta un pugno sulla tempia. Vincenzo Oliviero è stato denunciato per violazione di domicilio e minaccia aggravata. I fatti descritti nel capo d’imputazione sono del 12 agosto 2015, in un condominio di Calalzo e la querela è stata presentata ai carabinieri di Pieve. I militari erano stati chiamati quando ormai la situazione era tornata tranquilla. Prima di loro, l’intervento di un vigile del fuoco di Auronzo, amico di famiglia.
Non è stato chiaro fin da subito il motivo di tanta acredine. La padrona di casa l’ha spiegato solo a un certo punto della sua deposizione: scritte sulle scale, che secondo Oliviero erano rivolte a sua moglie. Questo avrebbe scatenato tutta la famiglia contro Elena, una delle figlie della parte offesa. La giovane donna era andata al vicino giardino pubblico con il cane ed è lì che sarebbe stata presa a male parole, vedendosi costretta a chiamare la madre con il telefonino per essere almeno virtualmente scortata fino a casa. In un secondo momento, è stata mandata nella pizzeria al pieno terra, per comprare delle patatine fritte ed è in sua assenza che Oliviero avrebbe suonato il campanello, presentandosi alla porta della mamma, che non poteva certo sospettare quello che le sarebbe successo nel giro di pochi, concitati secondi.
Secondo il racconto della donna, «era già all’interno del mio appartamento, quando mi ha preso per il bavero, puntandomi un pugno alla tempia. Non mi ha dato un pugno, ma sono stata pesantemente insultata con parole tipo “brutta vecchia schifosa” o “ti prendo per i capelli fino a pestarti”. Ero spaventata e preoccupata, anche perché aveva senz’altro bevuto, allo stesso tempo non capivo il motivo di quello che stava accadendo, anche se l’atteggiamento nei nostri confronti di tutto questo nucleo familiare era ostile. Addirittura da parte del figlio più piccolo, che non mancava di insultarmi e farmi dei gestacci».
Non c’erano uomini in casa, perché il marito della vittima dell’aggressione è invalido all’80 per cento e si trova altrove. Una prima telefonata è stata fatta dalla stessa ragazza in lacrime a un amico pompiere: «Vieni perché un vicino sta picchiando la mamma». Più tardi sono stati avvertiti i carabinieri, che hanno raggiunto il condominio indicato dalla centrale operativa, quando ormai era tornata la serenità. L’aggredita era in casa e una delle figlie nella sua cameretta.
La querela è stata formalizzata il giorno dopo e Oliviero si è affidato all’avvocato Munerin. Ci sono una costituzione di parte civile con Patelmo e la richiesta (soddisfatta) di sentire le due figlie, adesso che almeno una è maggiorenne. Il giudice Zantedeschi ha rinviato al 4 giugno. —
Gigi Sosso
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