«Il volontariato ormai è una necessità»
PEDAVENA. Da una parte gli alpini armati di motoseghe e roncole per dare man forte al personale comunale nella messa in sicurezza degli alberi di viale Vittorio Veneto, dall’altra i volontari del sangue che inauguravano il monumento ai donatori caduti in un pezzo di terreno che da tempo curano e tengono in ordine, sollevando da questo compito il Comune.
A Pedavena, ieri mattina, si è vissuta una dimostrazione del nuovo ruolo del volontariato nella vita delle comunità e degli enti locali alle prese con tagli sempre più pesanti. Con i volontari a farsi carico di compiti che il Comune non riesce più a sostenere. «Il volontariato è sempre stato una risorsa, ma in questo momento di vacche magre», spiega senza giri di parole il sindaco Maria Teresa De Bortoli, «questo connubio tra amministrazione e volontari diventa proprio una necessità. Altrimenti non si riesce più a far fronte alle esigenze della comunità».
Così ieri mattina è stata affrontata di petto la questione di viale Vittorio Veneto da mettere in sicurezza sfrondando gli alberi e abbattendo alcune piante le cui radici stavano scardinando l’asfalto.
Il Comune ha messo in campo una squadra di operai con una pala gommata. La protezione civile Ana guidata da Donato Zuglian ha schierato un plotone di una ventina di uomini attrezzati e preparati, con la penna nera d’ordinanza sul caschetto antinfortunistico. Con la cippatrice di una azienda e la piattaforma aerea di un privato, gli uomini hanno lavorato presto e bene lungo il viale completamente chiuso alle auto.
«In una sola mattinata di interruzione del transito è stata fatta gran parte del lavoro», spiega Giovanni Boschet, responsabile della protezione civile della sezione Ana Feltre, «il Comune, che ha organizzato l’operazione, ci avrebbe messo parecchi giorni solo con le proprie forze. E anche questo rientra nei nostri compiti, legati alla prevenzione: le piante con troppe fronde fanno cadere le foglie nelle caditoie bloccando il deflusso delle acque, i rami possono cadere e colpire auto e pedoni. Per noi è un intervento preventivo come andare a ripulire l’alveo di un torrente».
Mentre gli alpini lavoravano sul viale principale, a Murle i volontari del sangue inauguravano il monumento realizzato e donato da Paolo Schenal dedicato ai donatori scomparsi, in un tratto di prato rimasto a fare da “isola” tra la nuova e la vecchia strada. Anche questo, lo ha sottolineato il sindaco De Bortoli durante l’inaugurazione, un esempio di impegno civico dei volontari, che nei mesi scorsi avevano chiesto di vedersi assegnata un’area pubblica da curare e mantenere in ordine.
Stefano De Barba
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