Il voto della maturità non gli torna in mente niente tentata truffa

BELLUNO. Il voto della maturità l’aveva messo nei guai. Ma alla fine Attilio Masoch è stato assolto dall’ipotesi di reato di falso ideologico commesso in atto pubblico perché il fatto non sussiste e ha spuntato una sentenza di non doversi procedere per l’accusa di tentata truffa alla Camera di Commercio di Belluno per una graduatoria. Nel secondo caso, mancava la querela necessaria a procedere. Il pubblico ministero Rossi aveva prospettato una condanna a sei mesi di reclusione e 250 euro di multa, viceversa il difensore Davide Rovelli aveva chiuso l’arringa chiedendo l’assoluzione con la formula ritenuta di giustizia dal giudice Cittolin per un problema di memoria, oltre al non doversi procedere, come è poi accaduto.
Nell’ultima udienza un testimone della Camera di Commercio ricordava poco e non ha aiutato granché né le parti né il Tribunale.
Le indagini erano state coordinate dall’allora procuratore Francesco Saverio Pavone. Secondo la ricostruzione, l’uomo si era candidato alla selezione dei rilevatori per il nono censimento generale dell’industria e dei servizi e delle istituzioni no profit. Nella domanda di presentazione del 25 luglio 2012, ha dichiarato di aver conseguito la maturità scientifica al liceo Galilei con il punteggio di 48/60. Successivi accertamenti hanno permesso di stabilire che il voto era stato, invece, di 38/60.
Con il voto diverso da quello reale, avrebbe indotto in errore l’amministrazione pubblica, che ha approvato una graduatoria, nella quale Masoch figurava al quarto posto. Una possibile chiamata da parte della Camera di Commercio gli avrebbe procurato quello che si chiama ingiusto profitto economico, ma sulla base dell’accertamento preliminare lo stesso imputato aveva rinunciato all’incarico, pertanto la graduatoria è cambiata e a fare il rilevatore c’è andata un’altra persona. A distanza di tempo, assoluzione e non doversi procedere. —
Gigi Sosso
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