Ima Ferroli, serve un piano industriale

Il prefetto ha inviato la richiesta al ministero per trovare una soluzione alla crisi finanziaria. Zuccolotto: «Il piano di ristrutturazione del debito sarà lacrime e sangue»
La manifestazione dei lavoratori della Ima Ferroli
La manifestazione dei lavoratori della Ima Ferroli

ALANO DI PIAVE. È urgente un incontro al Mise. E a rendersene conto sono anche il prefetto e i sindaci del Feltrino. Proprio questi ultimi, insieme alle organizzazioni sindacali, hanno fatto fronte comune nel corso dell’incontro svoltosi ieri mattina a Palazzo dei Rettori. Un tavolo durato oltre due ore, in cui si è parlato della preoccupante situazione della Ferroli di Alano di Piave. Sotto, in piazza Duomo, un presidio organizzato da un gruppo di una cinquantina di lavoratori della realtà attiva nel settore del riscaldamento e del condizionamento residenziale e industriale.

I sindaci presenti all'incontro in prefettura
I sindaci presenti all'incontro in prefettura

Presenti anche alcuni rappresentanti dell’azienda, «da cui però non abbiamo avuto alcuna risposta», ha precisato Luca Zuccolotto, segretario provinciale della Fiom Cgil. «Insieme ai primi cittadini presenti al tavolo abbiamo chiesto che venga convocato con urgenza un incontro al Mise. Il prefetto invierà la richiesta già oggi (ieri per chi legge). C’è infatti differenza tra un piano industriale presentato dal Governo e uno presentato dal tribunale (si vedano i casi Acc diventata Wanbao e la Form entrata in Albertini)». La Ferroli, infatti, dall’8 giugno ha avviato una procedura di concordato preventivo in bianco.

Il caso dell’azienda, che conta 137 dipendenti, è in mano al tribunale di Verona, che ha in carico anche il procedimento fallimentare per la ristrutturazione del debito. Il gruppo che comprende anche lo stabilimento alanese ha un’esposizione con le banche di oltre 300 milioni di euro, senza contare i creditori, per cui si aggiungono 50-70 milioni. Le attuali condizioni finanziarie non permettono di procedere alla produzione di numerose commesse. All’inizio dell’anno ha manifestato il proprio interesse un nuovo investitore, Oxy Capital, che ha già versato 20 milioni di euro, «domani (oggi per chi legge) dovrebbero arrivarne altri 12», ha commentato Zuccolotto, che aggiunge: «Il 6 ottobre dovrebbe essere presentato il piano di ristrutturazione del debito e il tribunale ha poi 30 giorni di tempo per l’omologa. Ed è ovvio che se il tribunale prepara un piano terrà conto di un unico aspetto, ossia i soldi che devono essere dati ai creditori. E questo significherà lacrime e sangue per i lavoratori. Per questo deve esserci un intervento da parte del Governo».

«Oggi siamo nel limbo perché non c’è un interlocutore vero», ha fatto presente Antonio Bianchin, segretario Fim Cisl di Belluno-Treviso. «Chiediamo un piano industriale da un anno e mezzo. Fino a quando non ci sarà l’incontro al Mise saremo attivi su tutti i canali. Vorremmo anche incontrare l’amministratore delegato Milanello». In Prefettura ieri c’erano i sindaci di Alano di Piave, Seren del Grappa, Feltre e Fonzaso. «Continueremo a spenderci attraverso il canale politico. Noi primi cittadini del Feltrino ci siamo messi in moto, insieme anche a quelli dell’Alto Trevigiano», ha evidenziato Serenella Bogana. «La proprietà non si è mai fatta vedere con l’amministrazione comunale. Di questo teniamo conto. Intanto noi abbiamo preso contatti con l’assessore regionale Elena Donazzan. Personalmente mi impegno fino all’ultimo per avere risultati concreti». «La questione Ferroli è preoccupante e dobbiamo muoverci con coesione», ha messo in risalto il senatore Giovanni Piccoli. «I lavoratori dell’azienda provengono da 12 Comuni», ha fatto eco Dario Scopel, sindaco di Seren. «Il territorio deve fare squadra. Sono già troppe le difficoltà che dobbiamo fronteggiare».

Martina Reolon

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