Impianto anti percolato c’è il via libera al progetto

Costerà quasi un milione ma porterà vantaggi ambientali ed economici Massaro: «Saremo anche tra i pochissimi in grado di abbattere i Pfas»



Via libera al progetto definitivo dell’impianto di trattamento del percolato della discarica di Cordele. Al termine di un lungo iter, la giunta comunale ha approvato un progetto che porterà almeno tre vantaggi alla città: ambientale, economico e sanitario. Il percolato è quel liquido ad alto potenziale inquinante che si crea in una discarica esposta alle infiltrazioni d’acqua. Il suo smaltimento in impianti terzi costa alle casse comunali, ogni anno, circa 300 mila euro e da qualche anno il Comune ha deciso di realizzare un impianto interno, anche allo scopo di risparmiare questa somma. La soluzione adottata dal Comune, inoltre, sarà in grado di depurare i Pfas, sostanze organiche altamente dannose per la salute, sulle quali oggi non vi sono limiti fissati per legge, che tuttavia verranno introdotti a breve rendendo obsoleti molti degli impianti esistenti.

Il costo complessivo è rilevante: 935 mila euro, ma l’approfondimento sui costi e sui benefici ha convinto l’amministrazione della bontà dell’investimento. A realizzarlo sarà Bellunum, che in questi giorni sta valutando gli ultimi dettagli per poi pubblicare la gara per l’affidamento del progetto esecutivo, la realizzazione e la fase di collaudo.

«Si tratta di un progetto importante», spiega l’amministratore di Bellunum, Davide Lucicesare, «perché permette di ridurre l’impatto ambientale e di risparmiare. Non sarà più necessario trasferire il percolato per centinaia di chilometri e i test dimostrano che i Pfas vengono completamente abbattuti. Inoltre si crea lavoro, un risvolto sociale rilevante anche se l’operazione non portasse risparmi diretti».

È un convinto sostenitore dell’impianto anche il sindaco, Jacopo Massaro: «È una soddisfazione per noi, perché si è trattato di una progettazione lunga e faticosa. Abbiamo dovuto, infatti, far sì che il progetto fosse compatibile con le richieste che provenivano da Provincia, Regione, Genio civile e servizi forestali. Inoltre, una volta avviata la progettazione, è scoppiato il caso dei Pfas e abbiamo ritenuto di fermare tutto per costruire un impianto che potesse smaltire anche quegli inquinanti e così essere all’avanguardia. L’impianto», prosegue Massaro, «ci consentirà innanzitutto un vantaggio ambientale, perché si tratta di un depuratore che rende il percolato molto meno pericoloso. In secondo luogo ci permette di ridurre i costi per lo smaltimento esterno del percolato, che in alcuni anni sono stati davvero ingenti. La terza motivazione è che, quando usciranno i limiti sulla concentrazione di Pfas, tutti saranno costretti a smaltire il percolato in appositi centri e si prevede un aumento dei costi di smaltimento di 4-5-10 volte rispetto a quelli attuali, dunque cifre assolutamente insostenibili. Noi a quel punto saremo pronti a gestircelo in casa. Poi c’è un aspetto strategico: mentre tutti avranno bisogno di smaltire il percolato e i Pfas, Belluno avrà il suo impianto per smaltire il proprio percolato e perché no, anche quello delle altre discariche e quindi c’è una visione strategica a medio-lungo termine molto importante». —

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