Imprenditore trevigiano tenta il suicidio a Padola, salvato dai carabinieri

I carabinieri della stazione di Santo Stefano di Cadore insieme con quelli della Compagnia di Cortina d’Ampezzo sventano a Padola il suicidio di un 58enne imprenditore trevigiano. L’uomo, coniugato con figli da alcuni mesi soffriva di crisi depressive a causa della situazione di grave difficoltà in cui versa la sua azienda.
Tutto nasce nel pomeriggio di ieri quando la centrale operativa del Comando Provinciale dei carabinieri di Treviso riferisce che l’imprenditore, dopo una violenta lite domestica con la moglie, ha imbracciato la sua doppietta, regolarmente denunciata, esplodendo in casa un colpo per poi allontanarsi con l’intenzione di suicidarsi. La donna, in preda al panico, chiama il 112 e raccontare il fatto.
Grazie al sistema di localizzazione dei telefoni cellulari dopo poche ore l’uomo viene individuato nella zona di Padola, dove l’imprenditore possiede una seconda casa. Da qui la chiamata ai colleghi di Santo Stefano che immediatamente si mettono alle ricerche. La sua auto viene rinvenuta parcheggiata di fronte alla sua abitazione, in una zona isolata di Padola, e da qui vengono attuate le procedure di sicurezza del caso.
Sul posto anche il comandate della Compagnia con i militari del Nucleo Operativo che circondano la casa e predispongono una cintura di sicurezza intorno alla zona poiché si conoscono le intenzioni dell’uomo. Sul posto anche il 118 con un medico a bordo e i vigili del fuoco.
Col buio i militari si avvicinano alla casa e suonano il campanello e dopo qualche decina di minuti di attesa l’imprenditore, stordito per i numerosi psicofarmaci assunti, apre la porta. Al quel punto è immobilizzato e dopo la perquisizione dell’abitazione viene rinvenuto il fucile che aveva trasportato da Treviso. Dopo essere stato interrogato e dopo aver confessato le sue intenzioni suicide, l’uomo viene trasportato in ambulanza all’ospedale di Pieve di Cadore, scortato da un pattuglia dei carabinieri.
L’uomo è stato denunciato per porto abusivo d’armi e il fucile, in via maniera precauzionale, sottoposto a sequestro
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