Imprenditori divisi, presidente a rischio

La conduzione di Barbini non convince, oltre una decina di aziende sarebbe pronta a lasciare l’associazione
Di Paola Dall’anese
gian paolo perona- perona- belluno-nella sede di cofindustria incontro con l'assessore berti
gian paolo perona- perona- belluno-nella sede di cofindustria incontro con l'assessore berti

BELLUNO. È bufera in Confindustria. Il cambio del direttore sarebbe solo la punta dell’iceberg di una lotta interna tra due “correnti” di soci: da un lato chi non approva più la conduzione del presidente Luca Barbini e dall’altro chi lo appoggia. La resa dei conti è prevista per lunedì 21 marzo, data in cui è stato convocato il consiglio direttivo. E mentre in associazione le bocche restano strettamente cucite, le due anime degli imprenditori stanno affilando le armi, concordando, ciascuna al proprio interno, la strategia per “eliminare” le persone “non gradite” e insieme salvare l’immagine di Confindustria.

A leggere bene questo primo anno di presidenza di Barbini, il malumore sarebbe nato addirittura a pochi mesi dalla sua elezione, l’anno scorso, e si sarebbe già palesato una volta nella vicenda dell’esclusione e poi del reinserimento del socio Marco Baldovin. L’imprenditore, per la condivisione di alcuni post sui social network del Movimento 5 Stelle sulle centraline idroelettriche, era stato accusato di esserne parte e per questo era stato espulso dall’associazione. Salvo poi essere eletto all’unanimità dal gruppo dei piccoli imprenditori.

Col senno di poi, questo episodio poteva già essere letto come un segnale di tensione a palazzo Doglioni Dalmas. E infatti il malcontento in una parte dei soci è cresciuto di giorno in giorno, fino a manifestarsi nei giorni scorsi.

Secondo quanto si sa, infatti, la “fronda” contro Barbini non apprezzerebbe le sue modalità di conduzione dell’associazione, definite da alcuni “troppo autoritarie, senza possibilità confronto o discussione, se non soltanto con una parte dei soci”. La lamentela maggiore riguarderebbe il fatto di non essere trattati da pari.

Di fronte a ripetute richieste di chiarimenti e di spiegazioni, il presidente avrebbe sempre nicchiato e così la misura ha raggiunto il culmine, tanto che oltre una decina di imprese leader nel Bellunese e importanti per l’economia locale sarebbero pronte a lasciare l’associazione già all’indomani del consiglio direttivo del 21 marzo, se qualcosa non cambierà.

Consiglio dal quale molti si attendono che il presidente porti nuove linee programmatiche più consone al sentire delle piccole e medie aziende. Se questo avvenisse, significherebbe, però, una presa di distanza dello stesso Barbini da chi, dietro di lui, secondo quanto pensa il gruppo di imprenditori scontenti, vorrebbe dettare la politica associativa.

In questi giorni che separano dal consiglio direttivo, si prefigura un intenso lavoro tra le parti, impegnate a decidere la linea comune da tenere.

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