In 10 anni i contatti sono stati più di 500

BELLUNO. Fisica, psicologica, economica. La violenza ha tante forme. «E non è un'emergenza, perché c'è sempre stata. Perfino le leggi la legittimavano, se pensiamo al delitto d'onore», ha spiegato la...

BELLUNO. Fisica, psicologica, economica. La violenza ha tante forme. «E non è un'emergenza, perché c'è sempre stata. Perfino le leggi la legittimavano, se pensiamo al delitto d'onore», ha spiegato la responsabile del centro antiviolenza BellunoDonna, Francesca Quaglia. «Esiste in ogni parte del mondo, in ogni classe sociale». Ne sono vittime le donne (una su tre) e i bambini. Una ricerca condotta a livello europeo evidenzia che una donna su dieci ha subito abusi sessuali o violenze da parte di un adulto nell'infanzia.

Ma perché le donne non denunciano sempre gli abusi subiti? «Per paura, principalmente», ha spiegato la Quaglia. «Perché spesso sono dipendenti economicamente dall'uomo che le maltratta. Proviamo a immaginare cosa deve significare andare in Questura, denunciare il marito e poi andare a casa a preparargli la cena. Queste donne non sanno dove andare, se non a casa loro».

Il centro antiviolenza, è bene saperlo, mette a disposizione una casa alloggio, dove si può trovare ospitalità per un periodo di tempo. Non è quella a indirizzo segreto, perché l'associazione da anni fa fronte a tutte le spese con contributi minimi da parte delle istituzioni pubbliche. La carenza di risorse è la ragione per cui la linea telefonica cui chiedere aiuto funziona solo per due giorni a settimana, il lunedì e il mercoledì dalle 15 alle 19 (il numero è lo 0437 981577).

In dieci anni (dal 1° dicembre 2004 al 31 dicembre 2014) sono state 506 le donne che hanno contattato il centro per segnalare le violenze subite. Sedici sono state ospitate nella casa rifugio fra il 2007 e il 2011. Alcune sono mamme, e 11 bambini sono stati accolti nell'abitazione. Nove donne (con 9 figli minori) sono state invece ospitate nella casa alloggio di secondo livello, fra il 2009 e il 2014. Le donne che hanno contattato il centro provengono da tutta la provincia, sono italiane e straniere.

Nel 76 per cento dei casi l'autore della violenza era il partner o ex; nel 7 per cento un parente, in un altro 7 per centro il padre o il patrigno. Negli ultimi dieci anni nel centro sono stati effettuati 2.474 colloqui (anche di consulenza legale) e per molte donne è stato attivato il Banco Alimentare o sono stati donati vestiti, biancheria per la casa, scarpe, giocattoli, passeggini, suppellettili e oggetti di arredamento per la casa. Per aiutarle a ricostruirsi una vita, fuori dalla violenza. (a.f.)

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