In Agordino 16,5 milioni bruciati nel gioco d’azzardo
AGORDO. Nel 2016 in Agordino sono stati bruciati 16,5 milioni di euro nel gioco d’azzardo fisico e telematico, quasi 8 milioni solo nelle slot machine. A dirlo sono i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli elaborati dal coordinamento provinciale SlotMob e quelli, relativi alle sole slot machine, forniti dal gruppo editoriale Gedi e riassunti nella tabella.
Dati che colpiscono e che preoccupano. A inizio 2016 nei 16 comuni risiedevano 19.331 persone: senza tener conto dei turisti (che pure contribuiscono alla somma totale), vuol dire che in media un agordino ha “giocato” 861,55 euro. Meno della media provinciale (1.258,47 euro), ma pur sempre tanto. Ogni giorno nella vallata circa 45 mila euro sono stati “investiti” sull’azzardo. Anche il montanaro, un tempo avvezzo a sudarsi il da vivere con il duro lavoro nei campi, nelle stalle, nel bosco, lontano da casa, oggi tenta la fortuna (convinto che esista), inserendo le monete nelle slot machine dei locali pubblici, facendosele scalare dai conti-gioco telematici o comprando le schedine del superenalotto.
Secondo i numeri elaborati dal Coordinamento SlotMob, i comuni agordini occupano il primo e l’ultimo posto della classifica provinciale dei soldi spesi pro-capite (si è tenuto conto del numero dei residenti) nell’azzardo fisico e telematico nel 2016. Il primato spetta ad Alleghe con una spesa pro-capite di 2.325,79 euro (circa 2,8 milioni il totale). In fondo alla graduatoria c’è Colle Santa Lucia, unico comune bellunese che può vantare il record di zero giocate. Un dato, quello di Alleghe, che certo può essere spiegato con il fatto che si tratta di un comune turistico e che le giocate, dunque, non siano opera solo dei locali, ma pure dei villeggianti (discorso analogo può valere per Cortina, che si colloca al secondo posto). Vero è, però, che Falcade, anch’esso località turistica, è “solo” al 17° posto con 1.086,51 euro pro capite giocati. Non è invece comune turistico Cencenighe, eppure si piazza al 5° posto (1.862,22 euro pro capite). Agordo, capoluogo di vallata, con i suoi 25 apparecchi, si attesta al 15° posto (1.135,96 euro pro capite, 4.684.705,04 euro totali). Dall’altra parte della classifica, se Colle è ultimo, Vallada e San Tomaso lo precedono con una spesa per residente di appena 15,86 euro e 19,69 euro. A fare la differenza è certo anche l’offerta che il territorio mette a disposizione. Il sito del Gruppo Gedi mostra, infatti, come nel 2016 a Colle, Vallada, San Tomaso (e pure a La Valle) non ci fossero slot machine. Mostra anche che laddove il numero di apparecchi è aumentato (a Voltago del 33%) anche le giocate sono aumentate (sempre a Voltago +55%), mentre dove gli apparecchi sono diminuiti (per esempio a Livinallongo -42,9%), anche le giocate hanno seguito la stessa strada (-25,7%). Se tale principio vale, al netto di ragionamenti socio-economici-culturali sulle motivazioni di fondo che spingono gli agordini a giocare (ma il problema riguarda l’Italia intera, primo paese al mondo per spesa pro-capite dedicata al gioco), si può verosimilmente ipotizzare che riducendo il numero delle slot machine (nel 2016 in vallata erano 76) meno persone buttino via i propri soldi e si possa prevenire il rischio delle dipendenze da gioco.
Qualche anno fa, nel bando di gestione di un locale di sua proprietà, il Comune di Falcade aveva vietato l’inserimento di slot machine, dimostrando sensibilità per un problema che tocca le tasche e la salute delle persone. Altrove, sia nello Stato che nel privato, evidentemente prevale ancora il principio del “mors tua, vita mea”.
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