In arrivo i sei detenuti psichiatrici
BELLUNO. Arriveranno il 15 novembre al carcere di Baldenich i sei detenuti veneti provenienti da un ospedale psichiatrico giudiziario. Un arrivo annunciato l’anno scorso, da quando è entrata in vigore la riforma che prevede la chiusura di tutte le strutture carcerarie psichiatriche.
E se con l’ospedale di Castiglione delle Stiviere la Regione è riuscita a siglare un accordo per cui i detenuti veneti saranno tenuti nella struttura, per le altre realtà sul territorio nazionale, come quella dell’Emilia Romagna, non è stato possibile. Per questo motivo i detenuti di ciascuna regione dovranno ritornare nel luogo di residenza o laddove hanno commesso il primo reato.
La struttura carceraria bellunese e l’Usl 1, che avrà in carico l’assistenza di questi detenuti-pazienti, si stanno attrezzando: «Saremo il primo caso, in Italia, di casa circondariale che dovrà accogliere detenuti con problemi psichiatrici. E per fare questo», spiega il direttore del distretto Marco Cristofoletti, «avremo bisogno di altro personale: a Venezia abbiamo chiesto la presenza di uno psichiatra almeno sette ore a settimana per gestire le relazioni tra i detenuti, di un infermiere a loro dedicato per otto ore al giorno, e di uno psicologo per almeno cinque ore a settimana. Tutto il personale dovrà essere formato per potersi relazionare con i nuovi pazienti. Abbiamo già attivato dei corsi per infermieri e agenti di polizia penitenziaria grazie al primario di psichiatria Forti e di un suo collaboratore, il dottor Sterpone. Non potremo, però, garantire la stessa assistenza che avevano in Emilia Romagna, dove il medico era presente 24 ore su 24».
I nuovi detenuti saranno sistemati in sei celle, quelle lasciate libere dalla chiusura del reparto femminile. In questi locali sono state apportate delle modifiche onde evitare che possano farsi o procurare ad altri del male. «I sanitari saranno in alluminio e non in ceramica, i vetri saranno antisfondamento, i materassi, come per tutto il carcere, ignifughi. Noi», conclude Cristofoletti, «cercheremo di dare il massimo, per accogliere bene queste persone. Importante, infatti, sarà il primo approccio». (p.d.a.)
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