In aumento i casi di violenza in famiglia
FELTRE. Entra a piè pari nelle storie minori, qualche volta disgraziatissime delle persone più deboli, fa emergere il sommerso quando si apre una crepa nel muro omertosissimo della nostra provincia, ed è chiamata al duplice ruolo di accusa ma anche di tutela dell'accusato fintantoché c'è una presunzione di innocenza. Roberta Gallego, sostituto procuratore del tribunale di Belluno nonché autrice di tre libri gialli, ha affascinato e a tratti suggestionato il pubblico del Rotary Club di Feltre che ha organizzato la serata, per la sua disincantata affabulazione. Nella fotografia di una provincia di cui lei conosce bene l'umanità dolente e la stratificazione fenomenologica della violenza, in tutti i suoi reati di genere che si consumano fra le quattro mura domestiche, da Feltre a Belluno, è emerso che anche la “criminalità tiepida”, quella lontana dai clamori mediatici metropolitani, produce dolore e sofferenza fra le donne e i bambini soprattutto.
L'intensa conflittualità familiare, ha detto Gallego, comporta una perdita di controllo da parte dell'uomo come soggetto attivo. «Riscontriamo una costante crescita di reati di maltrattamento in famiglia con cento casi l'anno per maltrattamenti con lesioni refertate, fra i 100 e i 180 senza lesioni refertate riferibili a molestie morali, come insulti, minacce, sputi, deprivazioni materiali e finanziarie, ipercontrollo e svalutazioni insopportabili, e fra i 50 e i 70 casi di abuso sessuale. Nel rapporto conflittuale fra coniugi, il figlio minore subisce la violenza assistita, cioè diventa spettatore dei maltrattamenti fisici e morali perpetrati prevalentemente sulla mamma».
E spesso cerca di mettersi in mezzo nel tentativo di difendere la parte più debole. È successo nel feltrino: un bambino è stato afferrato per la caviglia dal padre e scaraventato giù da un pianerottolo. E quando alla mamma è stato chiesto il motivo per cui non ha denunciato il padre, lei si è riconosciuta come “una pessima madre, non in grado di tutelare il proprio bambino e pertanto la prima colpevole dell'accaduto”.
Ma è solo la punta dell'iceberg. «Sono casi documentati, ma non si dà conto del sommerso che riteniamo ampio». Il pubblico ministero, indirizzando il messaggio anche alle associazioni come il Rotary che svolge una mission sociale, ha fatto una fotografia della provincia dove «bisogna lavorare sulla mentalità omertosa» dominata ancora dalla tolleranza sugli abusi di minori, specie se perpetrati da clerici o persone di famiglia o maestri di musica. Ma anche sulla genitorialità che produce a sua volta una tolleranza verso l'aggressività maltrattante dei figli minori, senza differenze di genere.
Esempi, fra Belluno e Feltre: «In un istituto superiore ci sono un sedicente regista e un aguzzino che fa scempio del compagno più fragile. Il video viene messo in rete. I genitori sono convocati e traslano la colpa sull'istituzione scuola che non mette in atto il regolamento sul divieto di utilizzo dei cellulari in classe». Altro esempio, la festa della società sportiva: «Una ragazzina con un tasso alcolico nel sangue documentato al 4.80, il giorno dopo accusa di violenza sessuale un non meglio precisato amico dell'amico. Il Gip archivia l'indagine. Ma quel non meglio precisato ragazzo ha rischiato la patente di violentatore per il resto della sua vita.
Laura Milano
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