In aumento le neoplasie femminili

Ora i tumori all’ovaio, alla vulva e all’endometrio vengono curati al San Martino da uno staff multidisciplinare
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Sono oltre una trentina le neoplasie ginecologiche che vengono trattate in maniera multidisciplinare all'ospedale San Martino, ogni anno.

Ma il dato è in aumento perché, come spiega il direttore dell'unità operativa di ginecologia ed ostetricia di Belluno, Antonino Lo Re, «non c'è ancora quella sensibilità tra le bellunesi alla prevenzione, tanto che molto spesso queste patologie tumorali arrivano alla nostra attenzione quando sono già allo stadio avanzato, e quindi diventa difficile la cura e soprattutto si riducono le probabilità di guarigione».

Diverse sono le neoplasie che vengono trattate da questa équipe che comprende il ginecologo e l'oncologo e il radioterapista.

«Mancava il percorso chirurgico con l'équipe di anestesisti e chirurghi. Un'équipe che vede la collaborazione di tutti questi professionisti. Una volta diagnosticata la neoplasia, l'intervento ginecologico viene eseguito dal mio reparto», sottolinea Lo Re, «poi la paziente viene tenuta in cura dal servizio di oncologia e se necessita di terapie viene presa in carico dal radioterapista». Qualora però il tumore sia in stadio avanzato «diventa necessario anche l'intervento di un chirurgo se ci sono altri organi interessati. Inoltre, vista la difficoltà dell'operazione, l'anestesia è molto lunga. Diventa, quindi, indispensabile la presenza e l’azione contemporanea di professionisti che siamo riusciti a coinvolgere per creare uno staff in grado di garantire una qualità di cura di buon livello».

Ma il punto principale, per il primario, resta la prevenzione. «Eppure basterebbero piccoli accorgimenti», specifica Lo Re che continua: «Il tumore dell'endometrio si manifesta, solitamente, in menopausa, in un'età compresa tra i 50 e i 60 anni, con perdite ematiche. Per individuarlo basterebbe sottoporsi ad un'ecografia transvaginale. Ci sono poi i disturbi vulvali i cui sintomi, che solitamente si evidenziano intorno ai 50-70 anni, sono bruciore e prurito. Molto spesso le donne pensano di poter superare questi disturbi automedicandosi e trattandosi da sole, ma non è possibile. Basterebbe una visita ginecologica semplice per evidenziare la neoplasia». Tra le altre patologie, vi è anche il tumore all'ovaio. «Si tratta di una neoplasia subdola, perché non presenta allo stadio iniziale particolari disturbi. Quando iniziano a farsi sentire i primi sintomi ormai il tumore è in stadio avanzato. E anche per questo è necessario una semplice ecografia transvaginale».

Ma il primario ci tiene a specificare che «il tumore all’ovaio è molto aggressivo, per cui è importante arrivare allo stadio iniziale per riuscire a curarlo».

Su questi interventi, si sta focalizzando quindi l'azione del primario del reparto di ginecologia bellunese, tanto che sta organizzando, proprio su queste tematiche un convegno per il 21 settembre prossimo.

«Sarà un confronto con alcuni specialisti provenienti dal centro tumori di Aviano e dall'Istituto nazionale tumori di Milano. Sono importanti questi momenti», conclude Antonino Lo Re, «per poter crescere e migliorare la propria attività e garantire così ai pazienti un servizio di qualità».

La giornata di studio si svolgerà al Park hotel Villa Carpenada e sarà valida anche per accumulare sei crediti formativi Ecm per i medici che vi parteciperanno.

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