In coda per il pieno nelle poche pompe bellunesi sotto i 2,20 al litro: stazioni bianche ko
Tra un distributore e l’altro differenze anche di mezzo euro.
Gli indipendenti: per noi rincari di 60 centesimi in dieci giorni
BELLUNO. Psicosi aumenti. Il rincaro vertiginoso dei prezzi della benzina e del diesel spaventa i bellunesi, che ieri si sono messi in coda nei pochi distributori “economici” per riempire i serbatoi delle auto. La soglia psicologica sembra essere quella dei due euro e venti: è caccia alle pompe che a self service permettono di fare benzina attorno ai 2,123, come l’Eni di via Marisiga (gasolio a 2,175).
Ieri qui erano in coda automobilisti ma anche tanti mezzi per la raccolta dei rifiuti: Bellunum, del resto, ha la sua sede ai magazzini comunali, che si trovano proprio davanti al distributore.
Lunghe code anche a Piovena, dove la benzina ieri costava 2,169 e il gasolio 2,181.
«Nel nostro caso, è la compagnia che detta il prezzo alla pompa a seconda della loro suddivisione in zone», specifica Elia Castellan, gestore del distributore Esso a Piovena, frazione localizzata lungo la statale 50 tra Santa Giustina e Busche. «In questa settimana non ho mai lavorato così tanto, perché credo ci sia il panico generalizzato legato alla paura di restare senza carburante oppure con un ulteriore aumento dei prezzi. Da due giorni riesco a tenere bloccati i costi, ma non ho sentore di abbassamenti in arrivo».
Gli ultimi rifornimenti alle cisterne sono stati fatti con meno carburante, perché la richiesta è schizzata alle stelle. E infatti alla pompa bianca Azzalini, a Belluno, segnalano le prime difficoltà di approvvigionamento del prodotto. Le pompe bianche, del resto, in questo periodo di rincari sono le più penalizzate. Se fino a un paio di settimane fa offrivano prezzi inferiori a quelli delle grande compagnie, anche se magari di pochi centesimi, ora la situazione si è capovolta.
Basta guardare i cartelli esposti al Move 2 di Cencenighe, dove la benzina è arrivata a 2,40 al litro, il gasolio addirittura a 2,70 (prezzi rilevati ieri). Le differenze di prezzo fra distributori arrivano ormai anche a 50 centesimi. E su un pieno il delta è considerevole: considerando un serbatoio da 50 litri (medio), si parla di venticinque euro, in più o in meno. Normale che una famiglia faccia i suoi conti, e cerchi il distributore più conveniente.
Ma da cosa dipende questo rincaro che ha colpito soprattutto le pompe bianche? Dalla legge del mercato: i titolari dei distributori non hanno alternative per rifornirsi, e devono stare ai prezzi che vengono loro imposti per l’acquisto. O così, o niente carburante per riempire le cisterne. Tanto che in questi distributori gli aumenti sono stati vertiginosi: 60 centesimi in dieci giorni. Le grandi compagnie, invece, riescono a tenere i prezzi più calmierati, anche se pure loro hanno dovuto alzarli.
Ormai quasi ovunque il diesel ha superato la benzina. «La gente sembra impazzita, vengono tutti a fare il pieno temendo che i prezzi saliranno ancora», spiegava ieri mattina il gestore di un distributore. —
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