In dirittura i primi lavori all’ex chiesa di Libano
Sedico, consolidata l’abside, sistemata la facciata e messo a posto il tetto Lo storico edificio verrà destinato a contenitore culturale e sociale
SEDICO . Il primo stralcio è in via di completamento. E poi si potrà iniziare con il secondo, che renderà l’ex edificio religioso nuovamente fruibile, come spazio culturale e sociale.
La chiesa sconsacrata di Libano, dedicata ai santi Faustino e Giovita, sta tornando a splendere. Gli interventi per il recupero complessivo, per cui il Comune ha messo fondi propri e ha ottenuto un sostanzioso contributo del Gal Prealpi e Dolomiti nell’ambito del Piano di sviluppo locale 2014-2020, sono iniziati nei mesi scorsi. In via di conclusione la prima fase, che ha previsto consolidamento dell’abside, lavori alla facciata e rifacimento del tetto.
Per poter realizzare queste opere è stato necessario procedere con una serie di indagini geognostiche, richieste dalla Soprintendenza archeologica del Veneto. A breve potrà partire il secondo step, che permetterà di completare recupero strutturale, messa in sicurezza e restauro. E il Comune sta già pensando a quello che potrà essere il futuro utilizzo dell’ex chiesetta.
«Si trova lungo la Via dei Papi (per cui gli interventi sono quasi ultimati, con info point e ostello nella zona della stazione di Bribano, ndr) e la Lunga via delle Dolomiti, una posizione interessante e strategica per quel che riguarda lo sviluppo del turismo di tipo religioso», commenta il sindaco di Sedico, Stefano Deon. «C’è quindi la possibilità che l’edificio possa entrare a far parte dell’itinerario escursionistico. Ma l’ex chiesa potrà essere anche luogo utilizzabile dal punto di vista culturale e sociale. Stiamo facendo diverse valutazioni».
Circa tre anni fa il circolo ricreativo e culturale San Giorgio aveva lanciato un progetto e uno studio di fattibilità per il recupero, ipotizzando la creazione nella chiesetta sconsacrata di una sala per la frazione e un punto di riferimento per l’accoglienza dei pellegrini che percorrono la Via dei Papi.
Insomma, le ipotesi sul tavolo non mancano. Intanto, le opere in corso stanno riportando il luogo di culto, che versava fino a qualche anno fa in condizioni critiche, al suo antico splendore.
In posizione dominante sulla Valbelluna, sopra l’abitato di Bolago, alle pendici del monte Peron, quella dedicata ai Santi Faustino e Giovita fu la chiesa parrocchiale di Libano di Sedico dal 1784 al 1901. Una prima struttura potrebbe risalire al secolo VIII-IX (epoca longobarda), come testimonierebbe un pluteo mutilo, ora al museo civico, databile a quel periodo. L’ex luogo di culto è anche un simbolo della storia del nostro territorio, visto che nel sagrato vennero ricomposte, in attesa di essere riconosciute, le salme recuperate lungo il Piave dopo la tragedia del Vajont.
Martina Reolon
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