In due anni persi 1.400 posti di lavoro
BELLUNO. Negli ultimi due anni è sparito il 16% dei posti di lavoro (1.400) dall’intera filiera delle costruzioni (dall’edilizia al legno, dal cemento ai laterizi, ai lapidei). E si ric orre sempre più al falso lavoratore autonomo, generando un esercito di muratori e lavoratori con partita Iva, senza tutele e sicurezza.
La denuncia arriva dalla Fillea Cgil e dal segretario Valerio Costa, categoria che si prepara a partecipare alla manifestazione di protesta di sabato a Roma, contro i provvedimenti statali: imputata numero uno l’eliminazione dell’articolo 18, ma anche la riforma delle pensioni «che vorrebbe i muratori arrampicarsi sulle impalcature fino a 67 anni», dice Costa.
La Fillea denuncia anche un sistema di ammortizzatori inesistente «che beffa ancora una volta i lavoratori dell’edilizia, che versano contributi più alti per ricevere ammortizzatori minori degli altri settori industriali. Inoltre», prosegue il segretario, «sempre più vediamo che nel nostro territorio lavorano ditte provenienti da fuori provincia e da fuori regione. Pur non avendo nulla contro questa tendenza, la cosa che non possiamo ammettere è che queste aziende non versino quanto dovuto alla nostra Cassa edile e non applichino i contratti integrativi regionali e provinciali, che prevedono le indennità di alta montagna e di trasferta e il pasto gratuito, costringendo i dipendenti a mangiarsi un panino dentro un container. Si tratta di risorse che vengono tolte ai lavoratori che stanno fuori casa dalle 10 alle 14 ore al giorno, senza ricevere nulla in cambio».
Contro questo sistema, la Fillea si dice pronta a rivolgersi al ministero del Lavoro: «Auspichiamo, anzi, che gli enti pubblici preposti eseguano i controlli previsti dalla normativa a tutela dei lavoratori e della qualità del lavoro».
La Fillea evidenzia anche un altro problema che sta generando non pochi problemi, vale a dire gli appalti al massimo ribasso: «Quali garanzie derivano per la qualità del lavoro svolto? Non è che per rimanere entro costi così bassi si vadano a intaccare i diritti dei lavoratori, tra cui quello del riconoscimento delle loro indennità? E poi chi ci dice che questi prezzi così stracciati non vengano ottenuti a scapito dei materiali?», dichiara Costa ,che poi aggiunge: «Sempre di più i salari dei lavoratori vengono pagati in ritardo per garantire la liquidità alle aziende».
Per Costa un altro punto a sfavore della qualità del prodotto è «da rintracciare nell’eliminazione di fatto del Durc, il documento da consegnare all’Inail. Ciò ha permesso di allentare i controlli contro il lavoro nero, le irregolarità e l’elusione delle norme di sicurezza, con l’aumento delle malattie professionali».
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