In Duomo l’ultimo saluto a De Marchi

Da Polenza: «Oltre che alpinista era anche un medico altruista». Le eventuali offerte saranno devolute dalla famiglia ad Emergency o al Cnsas bellunese
BELLUNO
. Si svolgeranno domani alle 15 nel Duomo di Belluno i funerali di Giuliano De Marchi, l’alpinista di 62 anni trovato morto domenica pomeriggio in un crepaccio sull’Antelao. Era partito venerdì per scalare una montagna che conosceva bene, ma ne è rimasto tradito: salendo è scivolato e ha battuto la testa. L’allarme era partito nella serata di venerdì. De Marchi lascia la moglie Simonetta Civran e i figli Valentina e Matteo. Ma anche tantissimi amici, compagni di cordata, con cui condivideva la passione per la montagna. Tra questi c’è Agostino Da Polenza che con De Marchi ha condiviso due grandi spedizioni sul K2: la prima nel 1983 e la seconda quattro anni fa. Vetta che, però, per alcune circostanze avverse, De Marchi non ha mai raggiunto.


«Il K2 l’ha sempre un po’ tradito: la prima volta Giuliano non riuscì ad arrivare in cima per le avverse condizioni meteo. La seconda volta, invece, ha dovuto prendere il mio posto come capo spedizione», racconta Da Polenza. «Eravamo circa 25 alpinisti lassù al campobase che io guidavo. Poi per problemi personali ho dovuto rientrare in Italia e così ho lasciato la guida a Giuliano perchè era la persona più affidabile, più autorevole, più saggia, e più adatta al compito. Ma neanche quella volta riuscì a conquistare la cima forse perchè sentiva su di lui il peso della responsabilità». Ma c’è un aspetto della personalità dell’alpinista scomparso che Da Polenza mette in rilievo: «In Giuliano convivevano strettamente due anime: quella dell’alpinista e quella del medico. Due anime che ne facevano una persona positiva, completa e su cui lui scherzava spesso, simpaticamente».


A ricordare la figura del medico è anche il direttore sanitario dell’Usl n. 1, Lucio Di Silvio. «La scomparsa di De Marchi rappresenta una grossa perdita perchè era un ottimo professionista e una gran persona che sapeva, da buon montanaro, come ci si comporta con il sistema e con i pazienti. Con Giuliano perdiamo un ottimo medico ma anche, per quanto mi riguarda, un grande amico».


Parole di cordoglio vengono anche dal sindaco Antonio Prade. «La scomparsa di Giuliano De Marchi priva la città di Belluno di un uomo calmo e trasparente come sono tutti i veri uomini di montagna. In un momento triste come questo, ci piace ricordare il suo sguardo chiaro e il suo immenso amore per le crode, quelle dove la sua vita ha voluto portarlo per sempre. Alla sua famiglia, agli amici, ai compagni di roccia va dunque il mio pensiero, e di tutta la città».


Dopo il rito funebrre, la salma verrà cremata. Inoltre, per espressa volontà della famiglia, eventuali offerte saranno devolute o ad Emergency o al Soccorso alpino bellunese che ha eseguito le ricerche dell’escursionista da venerdì notte, quando è stato lanciato il primo allarme da parte dei famigliari, fino a domenica. Quarantasette persone sono state impegnate nelle ricerche e, rischiando in alcuni momenti anche la vita per le pessime condizioni meteo trovate in quota, hanno restituito il corpo di De Marchi alla famiglia.

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