In fuga per 54 chilometri tra sorpassi folli e zig zag
LIMANA. A tutta velocità prima sulla Feltrina e poi sulla provinciale 1 della Sinistra Piave con manovre pericolosissime, andando a zig zag, invadendo la corsia opposta, sorpassando in centro abitato. Una fuga iniziata sparando due colpi (si scoprirà poi a salve): 54 chilometri, da Biadene di Montebelluna a La Cal di Limana, percorsi al volante di una Alfa Mito nera (risultata rubata nella notte tra sabato e domenica a Padova), con le forze dell’ordine alle calcagna. La fuga che ha tenuto con il fiato sospeso la Sinistra Piave, domenica pomeriggio, si è fermata a Limana.
Al volante della Mito, un uomo che è risultato senza documenti. Dopo l’arresto - dovrà rispondere di furto o ricettazione (una volta accertato se a rubare l’auto e il materiale che era in bagagliaio sia stato lui o altri), resistenza a pubblico ufficiale e violenza - l’uomo è stato portato nella caserma della Compagnia carabinieri di Feltre e sottoposto ai rilievi dattiloscopici. Le impronte digitali non sono presenti nel database ministeriale. A suo carico non risultano denunce ma i carabinieri sono al lavoro per ricostruire il suo passato in Italia e il suo eventuale coinvolgimento in altri episodi criminosi per i quali non si è ancora arrivati all’identificazione dell’autore. Per questo la nota è stata trasmessa a tutti i comandi dell’Arma del Veneto.Escluso si tratti di un profugo, altrimenti le sue impronte sarebbero state note. L’arrestato, che parla solamente in francese, ha riferito di essere un trentenne e di provenire dal Madagascar. Già domenica sera, una volta completati gli accertamenti, l’uomo è stato portato in carcere a Baldenich. L’udienza di convalida dovrebbe essere celebrata giovedì. Bocche cucite in Procura: «Sono cose riservate».
L’arresto dell’africano è arrivato al termine dell’inseguimento che ha coinvolto le pattuglie dei carabinieri di Montebelluna e Sedico, una pattuglia della polizia stradale e una volante, oltre che l’allerta delle pattuglie dell’Arma di Feltre e Belluno e il sorvolo della Sinistra Piave da parte dell’elicottero dei carabinieri. Tutto è iniziato a Biadene. Una pattuglia dell’Arma incrocia lungo la Feltrina l’Alfa Mito. Alla vista dell’auto dei carabinieri, l’africano sale in macchina e ingrana le marce in direzione di Feltre, non prima di aver sparato un paio di colpi in aria. I militari si mettono all’inseguimento, ne nasce una corsa folle da parte dell’africano prima attraverso il Montebellunese e poi in Sinistra Piave attraverso Busche, Lentiai, Mel, Trichiana, fino a Limana.
L’intuizione dei carabinieri di posizionarsi alla rotonda di Villa permette di intercettare la Mito: lo straniero forza il posto di blocco, i militari sparano contro l’auto. In via La Cal, l’Alfa si ferma e non riparte più: forse uno dei proiettili ha colpito il radiatore, forse il motore è stato così tanto sollecitato nei 54 chilometri precedenti che va ko. Ma la fuga non è finita perché il conducente prova a scappare a piedi. I carabinieri di Sedico e Montebelluna lo inseguono e lo bloccano a terra. L’africano cerca di divincolarsi e usa anche un “taser”, un dispositivo di difesa che rilascia scariche elettriche. Un carabiniere della Compagnia di Montebelluna viene colpito al braccio con la parte metallica del “taser”: medicato al pronto soccorso, ne avrà per dieci giorni. Nel bagagliaio della Mito i militari trovano diversi vestiti, oltre a cellulari e tablet. Resta da capire se sia provento di furto. Ma resta da capire, soprattutto, il motivo di una fuga così spericolata, sfidando le forze dell’ordine e rischiando di provocare incidenti. C’è il dubbio che l’africano possa nascondere qualcosa.
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