In giro invece che al lavoro, 12 forestali assenteisti indagati
BELLUNO Uscivano dall’ufficio per un caffè, per pranzo, per sbrigare faccende personali in giro per la città. Rigorosamente senza beggiare il cartellino. A volte rientrando solo per vidimare la conclusione della giornata lavorativa. I furbetti del cartellino sono una realtà anche negli uffici periferici dei servizi forestali regionali, nel caso specifico quello in via Caffi a Belluno.
Dodici gli indagati nell’inchiesta (ma le posizioni irregolari accertate sarebbero 19 su un organico di 35 dipendenti) ormai in fase di chiusura del procuratore Francesco Saverio Pavone. Timbravano quando e come volevano, secondo le ricostruzioni, senza che nessuno li controllasse. Tra le persone coinvolte nell’indagine, oltre a funzionari e impiegati, anche dirigenti, ora indagati per “falsa attestazione” dell’orario di lavoro “mediante l`alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza”.
Sono stati i carabinieri di Belluno, su delega della Procura, a seguire per quasi quattro mesi i movimenti dell’ufficio, anche grazie agli appostamenti e alle immagini di sistemi di videosorveglianza appositamente installati all’interno e all’esterno del posto di lavoro. A emergere decine di ore di servizio retribuito dalla Regione senza essere svolto. L’indagine sarebbe partita da una “soffiata” alla Procura di Belluno.
"Ho massima fiducia nel lavoro della magistratura e spero che si chiariscano velocemente tutte le posizioni e si arrivi ad un giudizio in tempi rapidi. Qualora i fatti denunciati dovessero trovare piena conferma, l’amministrazione si comporterà di conseguenza". Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia interviene così in merito alla notizia delle indagini avviate dalla Procura di Belluno sui casi di assenteismo riscontrati tra i forestali della sede bellunese.
“Confermo il totale appoggio ai giudici e agli organi inquirenti per fare chiarezza totale sull’accaduto” , aggiunge il presidente che assicura la piena collaborazione dell’amministrazione regionale con la Procura “affinchè si possa fare rapidamente chiarezza”. “Per quanto mi riguarda – conclude Zaia - se qualcuno ha sbagliato, vale sempre il principio ‘tolleranza zero’”.
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