In montagna impreparati e senza polizze
BELLUNO. Troppi frequentatori della montagna non sono assicurati. E molti sottovalutano che un'escursione richiede un'attenta pianificazione, preparazione e equipaggiamento. Gli interventi effettuati nel 2015 sono in linea con quelli conclusi l'anno precedente (884), ma sono aumentate le persone soccorse: sono state 958, a fronte delle 909 del 2014. I numeri dell'attività del Soccorso alpino, a livello veneto, sono stati presentati ieri dai delegati provinciali e dal presidente regionale Rodolfo Selenati.
Interventi. Sono stati 884, in linea con il 2014. Quelli a carattere sanitario sono stati 870, quattordici invece quelli di protezione civile, calati notevolmente rispetto al 2014 quando erano stati 93 a causa dell'emergenza neve.
Lo scorso anno sono state soccorse 958 persone, una cinquantina in più rispetto al 2014. Sono aumentate le persone illese (387) e le persone ferite (514, +6,42% rispetto al 2014). I morti sono stati 56, uno in meno rispetto al 2014.
Sono state condotte 83 ricerche per ritrovare dispersi, contro le 60 del 2014 (+38%) e sono stati recuperati 111 feriti con questa attività, contro i 70 del 2014.
Infortunati più adulti che giovani. Fra le persone soccorse, la maggior parte hanno tra i 40 e i 60 anni (365). Il Soccorso alpino legge il dato come una maggior preparazione dei ragazzi, che affrontano le escursioni con maggiore consapevolezza rispetto agli adulti.
Cause: poca preparazione. «Gli illesi rappresentano il 40 per cento delle persone soccorse», ha spiegato il delegato provinciale del Cnsas Alex Barattin. «E' un dato molto elevato. E la metà di queste persone si è trovata in difficoltà soprattutto a causa dell'incapacità». Insieme a sfinimento, perdita dell'orientamento e malori sono le cause principali che hanno portato i frequentatori della montagna a richiedere l'intervento dei soccorritori. Il primo rimane la caduta (350 interventi): «Pochi cadono in parete, perché gli alpinisti solitamente sono molto preparati», ha continuato Barattin. «Sono più frequenti le cadute lungo i sentieri».
L'incapacità ha portato a soccorrere 108 persone, la perdita dell'orientamento 91: «Spesso le escursioni vengono preparate malamente», ha aggiunto Barattin. In leggera flessione le cadute e le scivolate.
Coinvolti gli escursionisti. Il 38,5 per cento degli interventi è stato effettuato per soccorrere escursionisti. Sono stati oltre 350 quelli che hanno contattato i soccorritori. Seguono gli incidenti in pista (200). Sono aumentati gli interventi per incidenti in mountain bike e nei boschi, di chi fa legna. «Spesso le persone svolgono questa attività in maniera saltuaria e senza la necessaria preparazione», ha ricordato Barattin. Sono aumentati anche gli interventi legati al parapendio e deltaplano, sport che si stanno diffondendo molto anche trainate dall'appuntamento con i mondiali del 2017.
Pochissimi gli assicurati. Il dato è allarmante. Il 93% delle persone soccorse non aveva l'assicurazione (Cai o di altri soggetti, come Dolomiti emergency). «E' una anomalia italiana, all'estero sono praticamente tutti coperti», ha spiegato il vice presidente regionale Giovanni Busato. Per quanto riguarda le nazionalità, sono stati soccorsi 751 italiani, dati in linea con il trend degli ultimi anni.
Super lavoro per l’elicottero. Nel 2015 ci sono stati 107 interventi in più di elisoccorso (in totale 255), complice il bel tempo estivo. «Questo riduce i tempi di intervento e i rischi per le squadre a terra», ha puntualizzato Barattin. «Sarebbe opportuno avere un secondo velivolo nei mesi di picco degli interventi». Ci sono giornate in cui un solo mezzo non è sufficiente per gestire tutti gli incidenti.
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