In Nevegal arriva l'università dell'ospitalità

Il sindaco Prade: "Ora tocca agli imprenditori farsi avanti"
BELLUNO.
Il progetto “Abitare in Nevegal” entra nel vivo. Da lunedì saranno ospiti a Belluno tre funzionari della “Ecole Hoteliere Lausanne”, la scuola svizzera sulla quale punta il Comune per rilanciare il Colle. Comune che si appresta a fare un passo indietro, dopo aver condotto in prima linea la fase politica dell’operazione: «Ora tocca agli imprenditori farsi avanti per gestire l’Università dell’ospitalità», dice Prade.

 Da domani, quindi, i funzionari della scuola di Losanna saranno alloggiati, con tanto di ufficio all’Hotel Carpenada. I tre sono chiamati a ultimare le verifiche sulle possibilità di inserimento della scuola “turistica” nel territorio veneto, con tanto di presa di contatto con gli imprenditori locali e regionali. È proprio tra questi, infatti, che dovrà essere trovata la persona (o il pool) che si incaricherà della gestione della scuola.

 «Contrariamente al passato», spiega il sindaco Prade, «prima di mettere in campo progetti e disegni, abbiamo cercato il consenso politico e le autorizzazioni del caso, con l’inserimento della scuola nel Ptcp regionale e il coinvolgimento di Provincia, Diocesi, Confindustria, Artigiani e Ascom».

 Terminata la fase burocratica, il Comune può mettersi in disparte, visto che la palla passa al tessuto imprenditoriale provinciale e regionale: «Noi abbiamo preparato la strada», spiega il sindaco, «ora chi crede nel Nevegal dovrà farsi avanti con gli svizzeri. Loro metteranno a disposizione studenti, docenti e il loro marchio, che è una garanzia in ogni angolo del mondo; agli imprenditori spetterà la gestione materiale di quella che sarà la scuola, a cominciare dall’individuazione della struttura dove questa sarà ospitata».

 Già, la sede. Per Prade non dovrebbero esserci problemi ad individuare l’edificio ad hoc per ospitare l’Università dell’Ospitalità: «Non si è ancora parlato delle sede, anche perché la scelta spetterà a chi si dedicherà all’investimento. In Nevegal, comunque, ci sono tanti immobili vuoti: sarà semplice individuarne uno che risponda alle caratteristiche richieste dagli svizzeri. Se poi vorranno un edificio del Comune, e mi vengono in mente “Le Torri”, noi ci rendiamo disponibili».

 Il progetto “Abitare in Nevegal” è partito da un presupposto: il primo grande tassello per poter pensare allo sviluppo del Nevegal, è l’incremento della presenza fisica di persone.

 «E l’università del turismo col marchio della “Ecole Hoteliere Lausanne” ci è sembrata subito una buona opportunità», spiega l’assessore Paolo Gamba, «vuoi per la loro offerta formativa di primissimo piano, vuoi per la potenza del nome dell’istituto, vuoi per il gran numero di studenti che attirano».

 Viste le tante richieste, infatti, la scuola di Losanna si è vista costretta a fissare un tetto per le iscrizioni a quota 1.700: «Ogni anno sono numerosi gli esclusi», spiega ancora Gamba, «che potrebbero così essere dirottati sul Nevegal, la prima costola europea del grande ateneo, presente con le sue filiali in Brasile, Libano, Emirati Arabi e in altri Paesi».

 Un’università, quella che potrebbe aprire i battenti sul Colle bellunese, che punta a ospitare trecento studenti: «È vero», spiega Tiziana Martire, «il programma prevede un primo inserimento di 60 studenti, per arrivare col passare degli anni a 200-300».

 «Ricordo», conclude l’assessore Martire, «che l’iscrizione a tale scuola è molto alta, si va dai 20mila ai 25mila euro, cifre che però non scoraggiano i giovani che credono nel turismo. Vista la puntigliosa preparazione, infatti, terminato il ciclo di studi, il posto di lavoro è assicurato».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi