«In punta di piedi aveva fatto molto»

Era arrivato nel 2012, ma aveva fatto breccia nel cuore dei suoi parrocchiani. «Era spontaneo e sempre sorridente»
BELLUNO. «Un sacerdote dalla grande spiritualità, venuto da noi in punta di piedi e che in punta di piedi ha fatto tante cose, lavorando in maniera profonda».


Ci pare questa una delle sintesi più belle sulla figura di don Francesco Soccol. Spiritualità, ma anche umiltà, dedizione e disponibilità: sono queste le parole che ricorrono di più in chi ricorda, con affetto, dolore e riconoscenza, colui che dal 2012 era la guida della comunità parrocchiale di Cavarzano e da qualche tempo anche di quella di Sargnano. Due comunità nelle quali ieri pomeriggio la notizia della morte del parroco si è diffusa in brevissimo tempo, lasciando tutti increduli e addolorati.


«Don Francesco è arrivato in punta di piedi e in punta di piedi ha fatto tante cose. Ha lavorato in maniera poco appariscente, ma profonda: i frutti si vedranno». Così
Lucio Masini
, direttore del coro parrocchiale di Cavarzano, ricorda il suo parroco. «Era un uomo dalla grande forza interiore, dalla forte spiritualità. Costante come presenza e dedizione, sempre sorridente».


«Don Francesco? Un sacerdote dalla grande determinazione e allo stesso tempo dalla grande umiltà» lo ricorda
Marco Ciociano Bottaretto
, del consiglio degli affari economici della parrocchia di Cavarzano. «Mi piace sottolineare la sua spontaneità nei rapporti e il suo essere adeguato a qualunque interlocutore si trovasse di fronte. È un sacerdote che ha lasciato il segno».


Laura De Toffol
, fino a qualche mese fa alla guida dell’Azione Cattolica di Cavarzano, ha visto don Francesco mercoledì sera. «Mi ha detto che la mattina dopo sarebbe andato in montagna, “un posto dove si sta bene fisicamente e spiritualmente, un posto dove ci si sente più vicini a Dio”. Siamo tutti increduli».


Sabato, in Nevegal, don Francesco aveva celebrato la Santa Messa al campo scout delle Coccinelle. Nei prossimi giorni sarebbe dovuto andare anche a quelli dei ragazzi più grandi, Esploratori e Guide del gruppo Scout d’Europa di Cavarzano.


«Era sempre disponibile, andava sempre a fare un salto ai campi dei ragazzi» dice
Fabio Sommacal
, il capo gruppo. «Era una persona dalla grande umanità e dalla grande umiltà. La sua vicinanza era fatta di tanti piccoli gesti di attenzione, per nulla scontati. Era una persona mai arrabbiata. Ti dava serenità il solo stargli vicino».


Angelo Da Frè
, direttore del consiglio pastorale di Cavarzano, sottolinea l’attenzione per gli ultimi: «Era un sacerdote attento alle persona in difficoltà, alle povertà nascoste» dice Da Frè. Oltre che parroco di Cavarzano, don Francesco era anche vicario foraneo di Belluno e parroco a Sargnano.


«Sacerdote umile e semplice, capace di dialogare con tutti» afferma
Roberto Morandin
, coordinatore del consiglio pastorale di Sargnano. «Stava lavorando con grande impegno all’integrazione delle due parrocchie».


«Intendeva la parrocchia come una famiglia» aggiunge uno dei catechisti di Sargnano,
Gianfranco Bunetto
. «Una famiglia che sapesse portare un’esperienza positiva anche all’esterno e che sapesse intendere la diversità non come limite ma come bellezza».


Nella parrocchia di Sargnano c’è la chiesetta di San Liberale, edificio sacro per i restauri del quale da tempo anche don Francesco si stava attivando. «Siamo increduli.


Per l’Associazione Bellunesi nel Mondo don Francesco era il parroco della chiesetta di San Liberale, luogo sacro degli emigranti bellunesi» così
Oscar De Bona
, presidente Abm. «Ad aprile gli avevamo consegnato, in occasione del Direttivo, un contributo a favore del restauro della chiesetta di San Liberale» dice ancora De Bona. «Lo ricorderemo martedì, alle 18, in occasione della commemorazione di Marcinelle – il messaggio di De Bona – siamo vicini alla sua famiglia e al fratello don Giorgio, direttore del Centro Caritas di Belluno».


Cordoglio anche da
Patrizio De Martin
, presidente della Famiglia Ex emigranti “Piave” e dal direttore Abm
Marco Crepaz
: «Era un piacere parlare con lui, sempre disponibile al dialogo».


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