«In questo periodo da noi non c’è grande domanda»

BELLUNO. Anche gli albergatori di Cortina e del Cadore sono stati tirati in causa dal consulente di Jfc, Massimo Feruzzi, per la chiusura di gran parte delle strutture ricettive in corrispondenza del...

BELLUNO. Anche gli albergatori di Cortina e del Cadore sono stati tirati in causa dal consulente di Jfc, Massimo Feruzzi, per la chiusura di gran parte delle strutture ricettive in corrispondenza del ponte del 2 giugno. «Il ponte è troppo corto per aprire attività importanti», precisa Gherardo Manaigo, vice presidente della Dmo Dolomiti e albergatore. «Sicuramente servirebbe aprire di più, ma ci sono dei problemi anche pratici. Cioè non si riesce a trovare del personale che venga anche da fuori per pochi giorni, perché i costi dello spostamento sarebbero più alti del guadagno. E così anche per le strutture ricettive. Prima di metà giugno, da noi, non inizia la stagione turistica estiva. Speriamo tornino i bei tempi in cui si teneva aperto 10 mesi all’anno».

La pensa praticamente alla stessa maniera anche il presidente di Federalberghi, Walter De Cassan che se la prende con le previsioni meteo “catastrofiche”, «se non è venuta molta gente in questo ponte. Penso che bisognerebbe iniziare da qui per sistemare un po’ questo settore così importante del turismo. La gente prima di spostarsi guarda le previsioni, e da queste viene influenzato».

E poi per le strutture ricettive chiuse aggiunge: «Per quanto riguarda i rifugi non si può aprire ai primi di giugno, perché molti hanno ancora la neve, mentre per alberghi e ristoranti non possiamo farci nulla: non possiamo obbligarli a tenere aperto. Ma d’altra parte, per noi questo periodo non è molto propizio. Sono finite le vacanze dei tedeschi; in ogni caso il turista in generale parte all’ultimo momento». È anche vero che questa situazione assomiglia a quella del treno: se non c’è offerta, man mano il servizio non è più utilizzato, se invece si aumenta l’offerta allora cresce anche la domanda.

«Per questo ponte di giugno», conclude De Cassan, «è mancata la domanda. Io a Livinallongo nel mio albergo ho avuto un gruppo abbastanza numeroso e sono rimasto contento. D’altra parte da sempre apro a metà maggio per chiudere a metà ottobre. I veneti ora hanno più voglia di mare che di montagna. Comunque anche sull’aspetto delle previsioni meteo e sull’offerta ricettiva per tutto l’anno si dovrà ragionare qualora venissero assegnati i mondiali di sci a Cortina».

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