In sei anni perso il 31% dei lavoratori

I dati allarmanti del presidente della Cassa edile Tonet: «Lavoriamo sull’ambiente trovando l’accordo sulle centraline»
Di Paola Dall’anese

SEDICO. Edilizia, è allarme rosso. «Una situazione che si fa veramente preoccupante, a livello di guardia», è la definizione del presidente della Cassa edile, Italo Luigi Tonet quando parla del comparto, durante la consegna del Premio Fedeltà nella sede della scuola edile di Sedico.

«I dati della Cassa edile confermano purtroppo che anche nel 2014 è continuato il trend negativo del nostro settore», ha proseguito Tonet, «siamo al livello di guardia anche per l’equilibrio finanziario della stessa Cassa. Il monte salari è crollato dai 47 milioni del 2008 ai 31 del 2014 con una perdita del 34%; inoltre da 5.329 dipendenti di 6 anni fa siamo passati ai 3.658 di quest’anno (-31.3%). Se poi guardiamo alle ore lavorate il dato è ancora più negativo: da 4.934.000 siamo scesi a 2.840.000 con un crollo del 42.44% e le aziende sono scese da 669 a 552. Sono cifre impressionanti», ha sottolineato allarmato il presidente, «che parlano da sole e che impongono anche al sistema paritetico di non restare inerme, ma di agire, di diminuire i costi di gestione con accorpamenti».

E se la Cassa edile bellunese è tra le migliori dal punto di vista di risparmi e gestione oculata, il settore deve ripartire. Ma come? Lo ha detto chiaramente il presidente Tonet facendo presente come nel Bellunese «c’è bisogno di strade perché quelle attuali sono vecchie e non possono sopportare le quote di traffico cresciuto nel frattempo; mancano anche le piste ciclabili, il servizio ferroviario è talmente incerto che in dubbio è non solo l’arrivo ma anche la partenza di un treno».

Tonet ha spezzato una freccia a favore degli interventi ambientali. «Troppa incuria lungo i fiumi: un esempio per tutti sul ponte di Busche dove una volta c’era un lago e ora c’è un’isola con un bosco decennale. E cosa dire poi delle colline che franano: non è certo perché qualcuno ha piantato vigneti o realizzato impianti sciistici, ma piuttosto perchè i nostri territori sono pieni di vincoli tanto che uno non è più padrone a casa propria». Il capo della Cassa edile ha poi puntato l’attenzione sulla banda larga, sulla vetustà degli alberghi anche a Cortina che impediscono al turismo di decollare. «Se poi parliamo dell’acqua apriti cielo», ha concluso Tonet. «Bastano le ragioni di pochi, ha detto riferendosi ai comitati, per fermare qualsiasi iniziativa, vale a dire realizzare centraline idriche. Io non sto dicendo che questi pochi hanno torto, ma che si può trovare un accordo, perché il mondo non è solo bianco o nero, ma ci sono sfumature di grigio». Paradossale ha definito anche «il nostro “no” a prescindere sul campo energetico che amplia il nostro gap rispetto ai comuni limitrofi. Abbiamo bisogno di interventi pubblici e che gli enti locali ci difendano anche nelle gare. Abbiamo bisogno di politici perbene perché gli scandali fanno solo male all’edilizia. Perché non usiamo il fondo Brancher per la banda larga? Dobbiamo ripartire mettendoci al passo con i tempi con una gestione oculata e attenta».

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