In tanti a Taibon per l'ultimo saluto a Renzo
Un amico lo ricorda: «Ti ammiravo, eri un uomo che vedeva la vita sempre con occhi positivi»
TAIBON. «Ecco, il coraggio è l'unico messaggio che vi lascio con una parola di speranza umana e cristiana». Il parroco don Mario Zanon ieri ha fatto fatica a trovare le frasi per l'addio a Renzo Savio, 48 anni. La sua morte, avvenuta sabato in Valle di S.Lucano, all'altezza della “Cascata dell'Inferno”, dopo essere scivolato e aver battuto la testa sul greto del Bordina, è una di quelle che non lascia spazio a parole. «In questi giorni», ha detto davanti a una chiesa gremita di gente, stretta attorno ai famigliari, «non facciamo che parlare di te, sembra impossibile quanto accaduto».
Renzo era apprezzato nella comunità dove era conosciuto per le sue grandi passioni (la caccia e la pesca) e sul lavoro in Luxottica. «Ci eri tanto caro», ha detto don Mario, «e per questo soffriamo di più e sentiamo questo momento drammatico che ci fa riflettere». «Eri esperto di montagna, caccia, pesca, di quella valle di San Lucano che ci è tanto cara, ma che ci chiede di piangere tante volte: quante disgrazie in quella valle stupenda, ma con tante insidie. Eppure la amiamo e anche attraverso queste prove e lacrime che ci fa versare le siamo affezionati come lo era Renzo, come lo è suo papà».
Don Mario ha riproposto la domanda passata nella testa di tutti: come è potuto accadere? «Facciamo tante ipotesi, siamo fragili, a volte basta poco a scivolare, a perdere l'equilibrio di noi stessi, in ogni campo. A volte ci vuole tanto coraggio, ma se ci vogliamo bene, se ci sentiamo tanto vicini sappiamo superare i momenti più difficili. Le parole servono sì, ma adesso aggrappiamoci a questo nostro Dio, che a volte ci sembra lontano, ma che era là per prenderti tra le braccia e portarti nella sua casa».
Don Mario ha poi letto il testo di un amico. «Caro Renzo», ha scritto, «ti ringrazio per averti conosciuto. Vedevo i tuoi post su Facebook e sorridevo». Per Renzo la sua vita era “fantastica”. I post erano un «semplice e profondo apprezzamento vero per la vita in sé», un gesto «di amore per il quotidiano che a volte diamo per scontato». «La consapevolezza della fragilità, sia la molla per riempire di un vero senso ogni giorno della vita. Grazie per il messaggio che ci lasci».
Gianni Santomaso
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