In tanti non pagano più affitti e spese

L’allarme delle associazioni degli inquilini, dei proprietari edilizi e dell’Ater. «Aumentano anche i contenziosi»
Di Paola Dall’anese
Michele Vigne
Michele Vigne

BELLUNO. Cresce sempre di più in provincia la difficoltà da parte dei cittadini a pagare affitti e spese condominiali, laddove soprattutto nel conto complessivo è compreso anche il riscaldamento.

A lanciare l’allarme non solo i proprietari edilizi, ma anche l’Ater e le stesse associazioni degli inquilini. In provincia circa un 5-10% paga in ritardo l’affitto, mentre un po’ più del 5% non riesce a pagare le spese condominiali. E così crescono anche i contenziosi.

«La gente ha meno soldi in tasca, o perché si trova in cassa integrazione o perché proprio un lavoro non ce l’ha più o magari ha un impiego ma il datore di lavoro paga in ritardo. E così si fatica a far fronte alle spese di un certo tipo come quelle condominiali», precisano i sindacati degli inquilini di Belluno. «Il problema maggiore si evidenzia laddove le spese comprendono anche il riscaldamento. Con l’incremento dei costi, infatti, un inquilino può arrivare a pagare all’anno anche 3000-3500 euro. Meglio va, sicuramente, quando il riscaldamento è autonomo e quindi uno si organizza».

Ma diventa difficile per molti bellunesi, ormai, pagare anche gli affitti. «Abbiamo diversi casi di persone che non riescono a pagare nemmeno 300-310 euro di affitto mensile. Qualcuno che doveva pagare 550 euro, da due anni sta pagando soltanto 300 euro perché non ce la fa. In questi casi», precisa Edlira Ciftya del Sunia, «il proprietario ha cercato di venire incontro all’inquilino aspettando che pagasse il pregresso, ma passati due anni, si è dovuti ricorrere allo sfratto. Sono situazioni spiacevoli, certo, quando si giunge a questo punto, anche perché come sindacato siamo impegnati, rispetto a diversi anni fa, a trovare una mediazione tra le due parti, per evitare di mettere in croce chi è già a disagio».

A trovarsi in difficoltà, oggi, a differenza dei primi anni della crisi, non sono tanto gli stranieri, quanto i bellunesi. «Sono padri di famiglia con figli a carico, oppure nuclei familiari formati da due persone».

Il riscaldamento. È il riscaldamento la voce che più spaventa gli inquilini. Secondo quanto fanno sapere da Ascotrade, che è il venditore di metano per gran parte della provincia di Belluno, al 31 dicembre 2011 erano 1.531 le utenze morose, mentre sono 184 quelle che al 30 settembre di quest’anno hanno chiesto la rateizzazione della tariffa. Una eventualità che già da qualche anno è possibile per chi è in difficoltà economica.

Aiuto al Comune. E molti di coloro che non ce la fanno a pagare le bollette si rivolgono al Comune. Nel capoluogo, ad esempio, l’amministrazione comunale ha stanziato 8000 euro per aiutare gli indigenti a pagare gli affitti, mentre 54mila euro vanno per aiuti nei pagamenti delle spese condominiali. «Sicuramente le richieste sono aumentate negli ultimi tempi, ma purtroppo come amministrazione comunale non abbiamo potuto aumentare le somme a disposizione, visti i già scarni bilanci con cui dobbiamo muoverci», precisa il vice sindaco nonché assessore ai servizi sociali comunali, Martina Ravagni che aggiunge: «Ma il Comune aiuta anche coloro che non riescono a pagare le spese mediche: per questo abbiamo stanziato 50mila euro per i ticket sanitari. Si tratta delle stesse somme che erano state messe a bilancio l’anno scorso». In carico ai servizi sociali di palazzo Rosso, ci sono circa un centinaio di famiglie (di cui una settantina con figli minori, una decina senza figli) e 40 soggetti singoli. «La lista d’attesa è elevata», continua il vice sindaco, «e i nostri uffici devono operare una verifica attenta prima di prendere in carico una persona».

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