In un anno 172 nuovi casi di violenza domestica
La Procura diffonde i dati sui procedimenti avviati negli ultimi 12 mesi Su 430 procedimenti in tre anni, appena il 7% non tocca il genere femminile
BELLUNO. Nella quasi totalità dei casi a pagare il conto della violenza sono le donne. Una sensazione diffusa nel sentire comune e supportata dai numeri della Procura di Belluno, che nel giro di poco meno di tre anni ha visto 430 procedimenti per reati di violenza di genere e domestica con almeno una donna come parte offesa mentre quelli che non vedono violenza verso le donne sono appena 30, una percentuale di neppure il 7%.
Un argomento che sta molto a cuore alla Procura, quello della violenza domestica e di genere. Soprattutto nel Bellunese. «Per ragioni socioeconomiche e per uso di sostanze alcoliche» spiega il procuratore Paolo Luca, «si sviluppano personalità aggressive». La violenza confluisce quindi all’interno del contesto familiare e si declina in diverse sfumature: abusi sessuali, violazione degli obblighi di assistenza familiare, abuso dei mezzi di correzione o disciplina, maltrattamenti in famiglia.
Nel corso dell’ultimo anno giudiziario, che va dal primo luglio 2016 al 30 giugno 2017, all’attenzione della Procura sono arrivati 172 procedimenti in materia di violenza domestica o di genere. Nel corso dello stesso anno i procedimenti definiti sono stati 178: 101 sono sfociati in un’azione penale mentre 71 sono stati archiviati, mentre altri sei sono stati definiti in altro modo, ad esempio trasferiti all’autorità competente. I procedimenti pendenti a giugno erano 115. Dati che sono stati inviati dalla Procura di Belluno al ministero, che ha somministrato un apposito questionario chiedendo anche di suddividere per genere le vittime di questo tipo di reati. Questi dati, a differenza di quelli sui procedimenti avviati o pendenti, sono relativi al periodo che va dal 22 luglio 2014 al 30 giugno 2017.
Il ministero ha chiesto conto anche degli strumenti in dotazione alle Procure per contrastare un fenomeno che assume contorni sempre più preoccupanti. Dai gruppi di lavoro specializzati in materia di violenza contro le donne a circolari e protocolli specifici su questo argomento, senza dimenticare le forme di collaborazione con i servizi sociali.
Ma il lavoro più grande lo devono fare le donne vittima di violenza, che non devono sopportare maltrattamenti o abusi. Da parte delle istituzioni continua l’impegno per agevolare chi ha bisogno di aiuto tramite alloggi protetti e operatori specializzati nell’ascolto e nell’approccio con le vittime.
Argomenti:violenza contro le donne
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