In un mese 400 multe «Ora investite quei soldi»

San Tomaso. Tanti gli automobilisti pizzicati dal velox lungo la Regionale 203 «Parte degli euro introitati siano impiegati in maggiore sicurezza dagli ungulati»
Di Gianni Santomaso

SAN TOMASO. «Ad agosto quattrocento multe con l'autovelox, ora però reinvestano i soldi per proteggere gli automobilisti dagli ungulati».

A chiederlo a gran voce è Daniel Sirena, un cittadino di Rocca Pietore, che il 9 agosto scorso è stato pizzicato dall'autovelox in località Avoscan, in comune di San Tomaso, mentre percorreva la regionale 203 da Alleghe verso Cencenighe a 65 km/h, 15 in più del consentito: multa di 132 euro (se pagati entro cinque giorni) e tre punti in meno sulla patente.

«Ammetto le mie colpe» dice Sirena «ho creato una situazione di pericolo, rispetto la legge e pago la multa. Mi fanno anche lo sconto. Non voglio credere, come certi malpensanti, che gli autovelox servano solo a rimpinguare le casse comunali. Come me, altri 400 automobilisti, turisti e non, nel mese d’agosto hanno ricevuto un verbale simile. Poco conta se è un pessimo biglietto da visita e una spiacevole cartolina- ricordo per i nostri ospiti estivi, l’importante è che venga rispettata la sicurezza stradale nell’Agordino e nella nostra provincia».

Già nel 2008 fecero scalpore le 500 multe comminate in sei mesi dal Comune. Ora, secondo Sirena, sarebbero ben 400 in un mese soltanto. Ammesso che siano tutte di 132 euro si arriva a una cifra vicina ai 53 mila euro. Tanti soldi che ora, però, si chiede vengano destinati per garantire la sicurezza degli automobilisti preoccupati per l'alta concentrazione di ungulati ai lati delle strade.

«Cari amministratori» dice Sirena «sarei felice di vedere una parte di quei 132 euro usati nel mettere in sicurezza lo stesso tratto per evitare di investire cervi e altri simpatici quadrupedi, come avviene frequentemente su quel tratto di strada e in altri tratti della nostra provincia. C’è forse differenza, ai fini della sicurezza, nell’incrociare una macchina troppo veloce piuttosto che un cervo impaurito di 120 chili?».

Per Sirena lo stesso discorso vale per Alleghe e Cencenighe, anch'essi comuni che impiegano l'autovelox lungo la 203. «Non servono grandi interventi» consiglia «è sufficiente tagliare il bosco in modo che gli ungulati non si trovino improvvisamente nel mezzo di una strada statale e illuminare i tratti pericolosi per avvistare tempestivamente gli ostacoli faunistici. Mettere semplicemente un cartello di pericolo o istituire un fondo per i risarcimenti non significa fare prevenzione, c’è bisogno di interventi strutturali».

Altro esempio citato da Sirena è quello di Candaten dove in passato sono state levate le recinzioni ai bordi della carreggiata perché la zona era divenuta parte del Parco e si voleva tutelare la libertà degli animali. «Qui» dice il cittadino di Rocca Pietore «vengono investiti in un anno più di 200 esemplari di fronte alla sede della forestale. Non è paradossale? Non sarebbe forse il caso di recintare nuovamente la zona, illuminare anche i punti più a rischio ed eventualmente creare dei sottopassaggi che permettano alla fauna di abbeverarsi in riva al Cordevole? Viene fatto in Austria per i rospi, è così difficile farlo nel Bellunese e tutelare davvero sia la fauna che gli automobilisti? Se poi il rischio è che i turisti si fermino a bordo strada per guardare gli animali, non credo manchi lo spazio per fare delle piazzole apposite».

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