In un video la bellezza del Nevegal: «Segnale di unità degli operatori»

Sette minuti per raccontare panorami e attività. Pesa l’assenza della seggiovia ma si guarda avanti

BELLUNO

Negli anni ‘70 sul Nevegal si cominciò a sciare di notte. Il colle fu il primo comprensorio a dare un servizio di questo tipo agli sciatori, con una pista interamente illuminata. «Arrivava gente da ogni posto per sciare qui».

Si apre con un piacevole ricordo il video promozionale voluto dagli operatori del Nevegal, e da loro finanziato, per raccontare il Nevegal e le loro attività. Lo hanno realizzato Nicola De Gol e Giancarlo Scussel, due giovanissimi (24 anni il primo, 21 il secondo), che in venti giorni hanno fatto le riprese e il montaggio del video, che dura circa sette minuti. Ieri sera a Pian Longhi è stato mostrato in anteprima anche agli operatori, che hanno partecipato compatti alla serata.

«È un segnale dell’unitarietà degli operatori», ha detto Gianni Pastella, di Vivaio Dolomiti (associazione che si sta spendendo con iniziative e progetti per il colle), in apertura di serata.

Splendido il contesto scelto per la proiezione, il rinnovato campus Paolo Valenti che «apre le sue porte a tutti perché vogliamo essere il punto di partenza per andare sul Nevegal», ha evidenziato il neo gestore Enrico De Bona. Struttura che ha offerto anche un buffet al termine della presentazione.

Quindi spazio alle immagini.



I droni si alzano in volo sulle creste, raccontano un territorio di struggente bellezza. Prati verdi, pascoli, sentieri, il lago di Santa Croce, escursionisti in cammino con gli scarponi ai piedi. E poi le attività: rifugio Col Visentin, agriturismo Faverghera, malga Col Toront, rifugio Bristot, la scuola sci, Pian Longhi, il b&b Checco Zaino, ristoro Campo scuola, La Casera, rifugio La Grava, pizzeria Dal Bo, agenzia immobiliare Le Torri, Mazzorana sport, il noleggio bike sul piazzale. “E’ davvero morto il Nevegal?” si chiede Giuliano, voce narrante. Pare di no, a giudicare dalle immagini che scorrono sul video, e che strappano applausi a fine proiezione. Ora saranno diffuse attraverso i social, ma anche con i canali del Consorzio Prealpi, e si punta a esportarlo in pianura.

«Partiamo da qui per rilanciare il Colle», ha concluso Pastella, ricordando l’altra iniziativa fatta dagli operatori (le tovagliette con il disegno di Fabio Vettori che si possono trovare in tutte le attività), altro segnale di unitarietà di chi sul colle lavora. «Speriamo arrivino risposte, perché la volontà di tutti è far funzionare il Nevegal».



Nonostante un’estate senza seggiovia, un altro servizio che è stato tolto al colle. E che pesa. «Una montagna di gente viene a chiedermi perché la seggiovia non funziona e io rispondo sempre: per volontà del sindaco», dice Mario Fabrinetti, del noleggio bike sul piazzale. «Senza seggiovia sto lavorando meno della metà dell’anno scorso».

Fabrinetti è convinto che l’estate sia importante, «lo dico da trent’anni», ma è anche sicuro che «eliminare la stagione invernale significa affossare anche l’estate. E comunque per l’estate cos’ha fatto il Comune? Perché, ad esempio, non si è mai pensato di fare una pista ciclabile che colleghi i villaggi? Qui per muoversi si cammina sulla strada, spesso anche senza illuminazione».

«La volontà dei privati di rilanciare il colle c’è», aggiunge Alessandro Molin (scuola sci), «manca il pubblico. La politica è assente».

E anche sul fronte promozione si poteva fare di più: «È stata girata una puntata di Donna avventura in provincia, perché la Dmo non ha pensato di fare una tappa anche in Nevegal?», si chiede Checco Zaino.

La speranza di tutti è che la seggiovia torni a funzionare, anche se restano i timori per l’inverno. Nel frattempo non ci si abbatte e si guarda avanti. Il ristoro Campo scuola ha ripulito l’area dove c’era il Parco avventura (lo spazio è di sua proprietà ed era stato dato in uso gratuitamente a Nis e poi ad Alpe del Nevegal) e pensa di allestire un’area per bambini e famiglie. «Dobbiamo capire se ripristinare il Parco avventura perché l’investimento sarebbe notevole», spiega Sabrina Dal Farra. «Ma di sicuro c’è l’idea di farci qualcosa». No, il Nevegal non è ancora morto. —


 

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