In Val Visdende il ricordo è vivo
Celebrata una messa in memoria dell’indimenticato 12 luglio 1987: «Lui dava speranze a tutti noi»
Stefano Da Rin Puppel - Perona - Val Visdende di San Pietri di Cadore - Messa del Vescovo Renato in ricordo di Giovanni Paolo II
COMELICO. «Questo evento, che oggi qui ricordiamo, per noi è futuro». Parola di monsignor Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre. Non solo dunque una commemorazione, a distanza di 30 anni dalla messa celebrata in Val Visdende da Papa Giovanni Paolo II il 12 luglio 1987, nel corso delle sue prime vacanze cadorine; ma un’intensa celebrazione comunitaria per ribadire l’insegnamento di Papa Giovanni Paolo II, «oggi Santo, che guardava al mondo con quel suo sguardo da profeta» .
«Grazie a ciascuno di voi», ha esordito Marangoni, «per il ritrovarci in questo luogo che sta diventando di anno in anno l’ambiente dove attingere quel ristoro di cui ci ha parlato anche Gesù nel Vangelo odierno. La Parola di Dio di oggi», ha sottolineato nell’omelia, «ci avvicina tantissimo alla figura di Giovanni Paolo II, alla sua santità. Sta infatti scritto: “Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi e troverete ristoro per la vostra vita”. Tutti siamo venuti qui per un momento di sollievo. Perché Gesù ci ha fatto comprendere che siamo tutti assetati; che se sono tante le situazioni di fatica che ci demotivano, se abbiamo sete di nuove ragioni per la nostra vita, di nuove motivazioni, in Lui possiamo trovare il nostro ristoro. La Parola di Gesù coglie proprio nel segno. E Giovanni Paolo II con il suo magistero e la sua forza dirompente ci ha sempre invitato ad aprire le porte a Cristo e ha toccato le fibre più intime della nostra vita, quelle che ci rendono un po’ tutti mendicanti, bisognosi, sofferenti. In questa fatica apprendiamo il senso della vita, che non è potenza a ogni costo, ma è viverla con cuore mite ed umile: allora, ci dice Gesù, troverete ristoro».
E poi il vescovo ha sottolineato un altro passo dello stesso Vangelo di Matteo in cui si dice: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli», evidenziando come Giovanni Paolo II andasse per questi luoghi con animo contemplativo, incontro alle persone più umili e semplici di queste montagne. «Molti di voi lo hanno visto, qualcuno lo ha anche incontrato di persona; tutti noi ci siamo resi conto come fosse impegnato a dare speranza a ciascuno, partendo proprio dai più piccoli».
Non c’era ovviamente ieri la folla oceanica di trenta anni fa, ma la chiesetta della Madonna della neve era gremita di fedeli ed autorità. Alla celebrazione sono intervenuti, infatti, i sindaci di Santo Stefano di Cadore, Alessandra Buzzo, e di San Vito di Cadore, Franco De Bon, il vice sindaco di San Pietro Ileana De Bernardin Gaina, il presidente della Magnifica Comunità di Cadore, Renzo Bortolot, numerosi presidenti delle Regole che governano la Val Visdende.
All’inizio della Messa, concelebrata da mons. Diego Soravia, arciprete del Cadore, e dai parroci di San Pietro, don Clorindo De Silvestro, Santo Stefano, don Paolino Rossini, e di Campolongo, don Maurizio Doriguzzi, la consigliera comunale di Santo Stefano Lara Zandonella Piton, anche a nome del Comune di San Pietro, ha rivolto un saluto al vescovo, ricordando come «il 12 luglio 1987 sia una data per noi simbolo di unità spirituale e territoriale, oggi più che mai».
Il Vescovo ha poi sottolineato la bellezza dello scenario in cui si è immersi in Val Visdende. «Un giorno non basta per gustare pienamente tutte le bellezze di questo luogo che è, per dirla con le parole di Papa Francesco, la nostra casa comune».
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