Inaugurata a Longarone Fiere “Caccia, Pesca e Natura”

LONGARONE. Inaugurata l’edizione numero 17 di “Caccia, pesca e natura” a Longarone Fiere. La cerimonia di apertura è stata anche occasione per fare il punto sulla situazione della Polizia...

LONGARONE. Inaugurata l’edizione numero 17 di “Caccia, pesca e natura” a Longarone Fiere. La cerimonia di apertura è stata anche occasione per fare il punto sulla situazione della Polizia Provinciale dopo la riforma e sulle incursioni del lupo.

«Ringraziamo i promotori», ha detto il presidente dell’ente fiera Giorgio Balzan, «ovvero la Provincia con le associazioni dei pescatori e cacciatori che sono le sentinelle del nostro territorio. Questa rassegna conferma ottimi numeri con 122 marchi aziendali, 11 regioni e 8 paesi esteri presenti. Un ricordo particolare alla figura di Sergio Reolon, che tanto ha dato per il mondo della caccia e pesca provinciale».

«Abbiamo criticato come bellunesi la legge che ha abolito la Polizia Provinciale», spiega il consigliere provinciale Pierluigi Svaluto Ferro, «perché va a incidere le nostre autonomie, sebbene rafforzi le competenze per altri aspetti. La nostra attività venatoria è diversa da altre zone d’Italia e quindi chiediamo più attenzione da parte anche della Regione, visto che come provincia siamo stati pionieri del piano faunistico su proposta del compianto Sergio Reolon».

La Regione Veneto era rappresentata dal consigliere Sergio Berlato e dall’assessore ad agricoltura, caccia e pesca Giuseppe Pan. «Questa travagliata riforma», spiega Berlato, «è colpa del Governo. Ci dispiace che le Provincie siano state svuotate dalle loro funzioni. Abbiamo quindi ritenuto doveroso salvaguardare le professionalità degli agenti, creando il nuovo corpo di vigilanza regionale». «La nostra priorità», aggiunge Pan, «era quella di dare un coordinamento unitario del settore, ma senza togliere autonomia ai territori. Per questo abbiamo creato un nuovo sistema di controllo che mette insieme anche le guardie volontarie. Per quanto riguarda i predatori, in particolare il lupo, è bene ricordare che parliamo di una specie protetta che non si può cacciare e contenere come per esempio il cinghiale. So bene che la sua presenza crea allarmismo, ma noi possiamo solo monitorarlo, dissuaderlo e gestire il suo passaggio, le direttive in materia, infatti, spettano a ministero e Unione Europea. Certo è che il ritorno dei grandi predatori è collegato anche all’abbandono delle terre alte da parte dell’uomo». (e.d.c.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi