Incendi, torna a peggiorare la situazione tra Igne e Soffranco
Nel Longaronese operano due Canadair e quattro elicotteri, a Fortogna focolai ormai sotto controllo
LONGARONE / VAL DI ZOLDO. Si respira a Fortogna, si torna a tribolare tra Igne e Soffranco, dove ieri pomeriggio il fuoco ha ripreso vigore: in serata la linea delle fiamme rischiarava brutalmente i versanti lungo le pareti della 251.
Giornata di intenso lavoro, quella di ieri, per Canadair ed elicotteri impiegati nello spegnimento dei due incendi che hanno devastato il territorio di Longarone, provocando l’isolamento della Val di Zoldo per la chiusura della 251: «La situazione di entrambi gli incendi era nettamente migliorata durante la giornata», annunciava ieri sera l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, «purtroppo un cambio di vento e l’inconveniente a un canadair hanno nuovamente permesso alle fiamme di prendere vigore nella zona di Soffranco . Oggi ci attende un’altra giornata di duro lavoro. In questo momento mi sento di ringraziare tutti coloro che stanno operando».
Nonostante gli sforzi, quindi, a fine giornata si registrava un nuovo peggioramento della situazione lungo la Sp251: «Verso Soffranco la situazione è peggiorata», sottolinea il sindaco Roberto Padrin, «l’incendio ha preso nuovamente vigore e sta procedendo verso l’alto e in direzione della Val di Zoldo. Purtroppo il vento molto forte ha alimentato le fiamme. Quindi ci attende un’altra giornata molto impegnativa per mezzi aerei, personale dell’antincendio boschivo e vigili del fuoco».
Nel frattempo, la Sp 251, la strada che unisce la Val di Zoldo a Longarone, resta chiusa per motivi di sicurezza: dal versante interessato dall’incendio, infatti, piovono in strada sassi di grandi dimensioni e altro materiale. Da Veneto Strade informano che la provinciale potrà essere riaperta 10-12 giorni dopo la fine dell’incendio: tempi lunghi, quindi, per i residenti della Val di Zoldo.
A Fortogna, invece, l’incendio appariva sotto controllo: qui restava da spegnere il fronte della valle del Rio dei Frari, dove ieri mattina si era verificato uno scavallamento. Preoccupazione per la presenza a Rio dei Frari dell’acquedotto che serve 20mila utenze tra Belluno e Ponte nelle Alpi: «In tutti i Comuni interessati», dice il sindaco di Ponte nelle Alpi, Paolo Vendramini, «il Bim farà le analisi dell’acqua sugli acquedotti, vista la presenza in zona di cenere e fumo. Noi abbiamo consigliato di bollirla e di sprecarne pochissima perché la siccità è tanta».
Proseguono le opere di spegnimento, ma anche l’inchiesta, condotta dai carabinieri forestali, per cercare una causa di tutto questo. Si indaga per le ipotesi di incendio boschivo e probabilmente anche per disastro ambientale, considerata la vastità del fronte: solo giovedì si stimavano oltre 5 chilometri su Fortogna e almeno un chilometro a Soffranco.
Come scritto nei giorni scorsi, nella zona di Becole era prevista una esercitazione militare del Comando operativo nord dell’Esercito: di fatto le operazioni non si sono verificate. «Il fuoco ha interessato parte del poligono», spiegano fonti del Comando di Padova, ma l’esercitazione dei militari era stata annullata per colpa dell’incendio scoppiato la sera di martedì 22 a Igne: «La sera prima eravamo stati avvisati dalla Forestale dell’incendio scoppiato nel Longaronese», continuano dal Comando padovano, «quindi è saltato tutto».
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