Incendio alla pizzeria: Laritonda e Ferraro scelgono di patteggiare

PIEVE DI CADORE. Laritonda e Ferraro patteggeranno. Erano sul luogo dell’incendio e dell’esplosione della pizzeria “Mordi e fuggi” di Pieve di Cadore e la Procura della Repubblica li accusa di essere gli esecutori materiali del rogo sfuggito di mano, per truffare l’assicurazione. Il fascicolo del sostituto procuratore Sartorello è stato ereditato dal collega Faion e l’udienza preliminare dovrebbe essere messa in calendario entro la prossima primavera. Gli avvocati Gasperin e Barzon per Fabio Laritonda e De Castello per Pasquale Ferraro hanno anticipato che cercheranno un accordo con il pubblico ministero, possibilmente al di sotto della condizionale o, comunque, della soglia per l’affidamento in prova ai servizi sociali (quattro anni).

Dovrebbero affrontare il processo gli altri tre, perché contano sull’assoluzione: il gestore del locale Alessandro Piccin, il tassista Giuseppe Lauro e Luigi Zanettin. Per i fatti del 24 aprile dell’anno scorso, i cinque sono accusati in concorso di incendio aggravato, danneggiamento fraudolento di beni assicurati e danneggiamento.

Secondo l’accusa, è stato Piccin a progettare l’incendio per avere il risarcimento danni dall’assicurazione, con la quale aveva stipulato una polizza. L’incarico di fare il lavoro a Laritonda è arrivato tramite Zanettin e quest’ultimo ha anche sistemato due taniche di benzina nel locale. Lo stesso Laritonda e Ferraro sono arrivati a Pieve da Domegge a bordo del taxi di Ferraro. Qui sono entrati nella pizzeria con la chiave di Piccin, hanno svuotato i contenitori e incendiato il combustibile. I vapori avevano già saturato l’ambiente e questo ha provocato l’esplosione. Il fuoco si è propagato fino alle finestre dello studio dentistico al piano di sopra e al soffitto in legno del sottopasso di Vicolo dei Galli. Piccin era andato due volte dall’assicuratore: il 15 marzo per includere nella polizza gli atti vandalici e la seconda, per alzare il massimale ricorso terzi da 500 mila a un milione di euro e quello incendio contenuto da 80 a 90 mila. I danni si sono estesi ai vicini, oltre al fatto che Ferraro restò ferito e ustionato.

Piccin è accusato anche di calunnia aggravata a Staiano. Sentito dai carabinieri, ha detto di non sapere chi potesse essere stato, aggiungendo però di aver subito minacce da questa persona per soldi. Le parti offese sono 20 e una prima stima dei danni parlava di un milione di euro. –

G. S.

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