Incendio devasta un antico edificio a Cergnai
Le macerie fumano ancora. Graziano e Nicola De Bastiani, padre e figlio, guardano con un misto di rabbia e disincanto il deposito della loro azienda agricola andato completamente distrutto nell’incendio che alle 3 di ieri, in piena notte, si è sviluppato nell’edificio, un ex convento del 600, tra l’altro tutelato dalla Soprintendenza. I danni sono molto ingenti: una prima sommaria valutazione parla di 250 mila euro: 150 mila per ricostruire tutto secondo i dettami della Soprintendenza e altri 100 mila per tutto il materiale contenuto.
I proprietari hanno pochi dubbi sul fatto che l’incendio sia doloso. Il pensiero torna a pochi giorni fa quando un altro deposito a Luni di San Gregorio nelle Alpi aveva fatto la stessa fine. Entrambe le aziende operano nel settore della vendita della legna e Graziano De Bastiani non ci gira attorno: «Questo è un gesto deliberato, fatto di proposito. Guarda caso le due aziende colpite nel giro di tre giorni lavorano nel medesimo settore, la vendita di legna unita a un po’di meccanica». Le indagini sono affidate ai carabinieri di Feltre che già si stanno occupando dell’incendio di San Gregorio.
Scatta verso le 3. È una donna che abita poco lontano a notare le fiamme che già si levano alte dall’edificio su due piani. Telefona ai vigili del fuoco mettendo in moto la macchina dei soccorsi e poi chiama anche lo stesso De Bastiani che si precipita sul posto. I pompieri arrivano sia dal distaccamento di Feltre che dalla centrale di Belluno. In tutto sono cinque automezzi (due autopompaserbatoio, due autobotti e un’autoscala) e quattordici vigili del fuoco effettivi che lavorano ben oltre l’alba per tentare di limitare i danni.
Si è sviluppato dal piano terra e i proprietari non hanno dubbi sul fatto che sia doloso: «Il fuoco si è sviluppato vicino a dove si trovano alcune bombole di acetilene. Chi ha voluto colpire sapeva come e dove muoversi. Aggiungiamo che nel locale teniamo anche alcune taniche di carburante per fare funzionare i macchinari e si capisce perché l’incendio si è sviluppato così rapidamente».
«Posso escludere», aggiunge il figlio Nicolas, «che si tratti di un guasto elettrico perché l’impianto è perfettamente a norma e il quadro non presentava bruciature di sorta. Qui c’è la mano di qualcuno che ha voluto colpire noi e prima di noi l’azienda di San Gregorio».
Il vecchio edificio era un convento e su uno dei muri campeggia ancorché sbiadita l’insegna dell’Istituto Carenzoni Monego. Costruito nel 600 era andato in parte distrutto durante un terremoto nell’800 e poi fatto ricostruire nel 1881 come testimonia una grande targa che le fiamme dell’altra notte hanno risparmiato. Insomma, un edificio di pregio, adibito da parecchi anni a deposito attrezzi dell’azienda De Bastiani, eppure mantenuto efficiente nella sua architettura originale.
Un funzionario della Soprintendenza aveva già telefonato ieri mattina al signor Graziano per accertarsi dell’entità dei danni. Che sono molti. Il timore è che possa essere compromessa l’intera struttura. Un danno che può mettere in ginocchio l’azienda anche perché si aprirà una partita con l’assicurazione per il riconoscimento del danno, che in caso di incendio doloso non è affatto scontato. La prima stima dei danni si attesta sui 250 mila euro. Un trattore, una falciatrice e altri macchinari sono andati completamente distrutti o comunque inservibili. –
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