Incendio in Agordino: spenti i focolai, ora si teme la caduta massi
Il rumore dei crolli è già stato avvertito in quota, domani sopralluogo del geologo
LA VALLE AGORDINA.
La pioggia è arrivata a dare una mano ai volontari e agli uomini dei servizi forestali regionali, che per tutta la giornata di ieri hanno continuato a monitorare gli ultimi focolai nella media Val Clusa. «Il primo acquazzone delle 7 di ieri mattina - ha detto il sindaco di La Valle Agordina, Tiziano De Col - non è stato lungo ma concentrato e ha consentito agli operatori di ridurre le forze in campo». I canadair infatti non si sono alzati in volo e all'ora di pranzo sono state smobilitate anche le due unità operative che hanno fatto azione di contenimento del fronte sia in alveo che in quota. I volontari di Sospirolo, che hanno contribuito nei giorni scorsi, a tenere a bada l'incendio, sono rientrati. Se da un lato, i focolai non dovrebbero più costituire un problema (sempre che prima della pioggia non si alzi il vento in grado di riattivare quelli ancora attivi), dall'altro a preoccupare ora è la caduta massi. «L'incendio - continua De Col - si è fermato a trenta metri dalle abitazioni e ha distrutto completamente la vegetazione». Nel caso di abbondanti piogge, previste in questi giorni, il rischio di smottamenti e frane è elevato, perchè non si può contare sulla capacità delle piante di trattenere i sassi. «Già ieri - prosegue il sindaco - è stato avvertito il rumore di massi che si staccavano dalla cresta. Il terreno colpito dalle fiamme è estremamente vulnerabile, dobbiamo continuare a monitorare la zona, perchè la vegetazione rimasta difficilmente è in grado di trattenere i massi. A maggior ragione se si staccano dall'alto, è pressocchè impossibile che le piante riescano a frenarli». Ed è proprio per scongiurare pericoli per la popolazione, che l'ordinanza di evacuazione non è stata ritirata. La Muda è deserta, gli abitanti che per una notte avevano trovato alloggio da amici e parenti, sono stati trasferiti in una pensione a La Valle Agordina, a spese dell'amministrazione comunale. Domani sarà una giornata decisiva: il geologo della Provincia è atteso per un sopralluogo. Dalla situazione che si troverà davanti, dipende il prossimo futuro dei residenti e dell'attività di spaccio di occhiali Boatto. Solo se i tecnici riterranno che non ci sia alcun pericolo per le persone daranno loro l'autorizzazione a rientrare, diversamente l'esilio dovrà proseguire ancora. Gli abitanti sperano ovviamente il meno possibile.
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