Incendio in negozio, intossicato
PIEVE DI CADORE. L’elettrodomestico in fumo. Un corto circuito ha provocato un incendio, che ha sciolto quasi completamente un deumidificatore, nel magazzino sottostante del negozio Radio Ruzza di Tai di Cadore. Dopo mezzogiorno, il padrone di casa Antonio Ruzza aveva sentito uno strano odore ed è stato il primo a intervenire, con un idrante sotto il braccio, per tentare di spegnere le fiamme. Non un fuoco vivacissimo, ma un fumo denso e nero come il carbone, che l’ha mandato al pronto soccorso dell’ospedale di Pieve di Cadore con l’ambulanza del Suem 118 e poi a casa a riposarsi e rimettersi in sesto. Ma già stamattina dovrebbe tornare al lavoro: niente di grave. Necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Pieve di Cadore, che sono arrivati in via Cortina con due mezzi.
Una volta all’interno dello scantinato che ospitava l’apparecchiatura di colore bianco attaccata alla corrente elettrica e pronta a mangiarsi l’umidità in eccesso, hanno dovuto aiutarsi con le mascherine collegate alle bombole di ossigeno, per evitare di respirare eventuali veleni e proteggere i polmoni. Uno di loro ha raccontato al telefono che «il fumo sviluppato dal deumidificatore era talmente fitto ché sentivo le voci dei miei compagni di squadra, ma purtroppo non ero in grado di vederli. L’apparecchio si è come dissolto davanti a noi e all’uscita abbiamo dovuto per forza azionare i ventilatori, per bonificare l’ambiente. L’intervento non è stato troppo complicato in sé, però abbiamo dovuto lavorare in condizioni di visibilità obiettivamente difficili. Meno male che, nei dintorni, non c’erano altre cose e sia il pavimento e sia i muri sono ricoperti di piastrelle; in caso contrario sarebbe stata ancora più dura venire a campo dell’incendio e rimettere tutto in ordine».
Mentre i pompieri stavano cercando di limitare il più possibile i danni, e nell’altro punto vendita di Domegge la vita stava procedendo più o meno come sempre, Ruzza era già al vicino ospedale, alle prese con l’ossigeno e i medici del pronto soccorso: «Sta già molto meglio», rassicura il figlio Filippo Ruzza, «per alcuni giorni dovrà seguire una certa terapia, ma le sue condizioni non ci preoccupano e, già nelle prossime ore, potrà tornare al lavoro. Intanto, è a casa. È un incidente che non potevamo aspettarci, tenuto conto che si tratta di apparecchiature sicure; di buono c’è che mio padre ha avuto la prontezza di scendere e domare le fiamme, aspettando l’arrivo tempestivo dei vigili del fuoco. È andata bene e nessuno si è fatto male. Non ho ancora visto il magazzino, ma mi dicono che i problemi sono abbastanza circoscritti».
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