Incendio in pizzeria a Pieve di Cadore, un boato come una scossa di terremoto

Lo spavento nel racconto dei testimoni svegliati dall’esplosione: «Nessuno di noi è tornato a dormire»

PIEVE DI CADORE. Via XX Settembre a Pieve di Cadore alle 3.30 della notte sembra un campo di battaglia: detriti, vetrine rotte, due colonne di fuoco che salgono verso il cielo dalla pizzeria sventrata di Piccin. Attorno, gente spaventata che cerca di capire cosa è successo. 

In strada ci sono anche gli inquilini dei condomìni della piazza: tra di loro il signor Tabacchi che abita a 50 metri dal luogo dello scoppio e che era sveglio quando è successo: «Ho sentito un forte botto. Sono uscito e ho visto il fumo che usciva dalla pizzeria e il fuoco che aveva quasi raggiunto il tetto. Per fortuna i vigili del fuoco sono arrivati subito ed hanno spento le fiamme. Non appena passato il fragore dell’esplosione, per terra in mezzo alla strada, proprio davanti alla porta della pizzeria, è stato visto un uomo ferito, con le gambe ancora infuocate che invocava l'aiuto di un amico che si chiama Fabio. Una signora albanese aiutata da un’altra persona ha messo il ferito su una tavola di compensato che lo scoppio aveva fatto arrivare sulla strada: insieme lo hanno spostato di una decina di metri, c'era paura che ci fossero altri scoppi. In pochi minuti è arrivata l'ambulanza che lo ha caricato e portato in ospedale. Certo, ora si tratterà di capire perché è avvenuto l'incidente: se si tratta di una fuga di gas oppure di altro. I motivi per pensarlo ci sarebbero».

Un'altra giovane coppia, Andrea e Sara Del Favero, che abita in un appartamento dell’edificio, si stringono per ripararsi del freddo del mattino e per farsi coraggio. «Ci siamo svegliati per un forte colpo. Pensavamo che qualcuno fosse andato a sbattere e poiché avevamo parcheggiato in piazza XX Settembre, siamo scesi per vedere. Abbiamo visto che la nostra auto era a posto, ma nello stesso tempo anche il fuoco e il fumo e quanto era successo. Ci siamo avvicinati e abbiamo visto che l'ambulanza stava caricando un ferito, mentre tutta la zona era piena di mezzi dei vigili del fuoco». Di tornare a dormire non pensa nessuno. E si attende l’alba tra lo sbalordimento e la preoccupazione. (v.d.)

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