Inchiesta “Triage” al pronto soccorso di Belluno: assolti primario, medico e infermiere
belluno
Tutti assolti. Si è conclusa ieri la vicenda giudiziaria legata all’inchiesta “Triage”, che ha visto tra gli imputati il primario del Pronto soccorso di Belluno Giovanni Gouigoux (difeso dall’avvocato Carmen Maraviglia), la dottoressa Gabriella Guerriero (con l’avvocato Massimiliano Paniz) e l’infermiere Roberto De Carli (difeso dai legali Paola Pauletti e Ferdinando Coppa). Per loro è arrivata la fine di un incubo durato quattro anni. Al verdetto di assoluzione sono stati unanimi i sospiri di sollievo, con il primario che a stento ha trattenuto le lacrime di gioia.
I tre imputati sono arrivati alle 15 insieme ai loro difensori. I volti tesi, come comprensibile: in tutti la consapevolezza che sarebbe stato un giorno importante. Il collegio giudicante composto dai giudici Coniglio, Feletto e Cittolin, dopo aver annotato l’assenza di repliche alla discussione svoltasi prima dell’estate, si è ritirato per uscire alle 16.40 con la sentenza.
Il primo a tirare un sospiro di sollievo è stato Roberto De Carli, accusato di abuso d’ufficio in concorso con il medico Sommavilla. Per lui c’è stata l’assoluzione con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Subito dopo a rallegrarsi è stato il primario Gouigoux, accusato di omessa denuncia, ma assolto “perché il fatto non costituisce reato”. Infine è toccato alla dottoressa Guerriero esultare: i giudici l’hanno ritenuta “non punibile” per truffa aggravata “per la tenuità del fatto”.
L’indagine, condotta dai Nas di Treviso e dall’allora procuratore di Belluno Francesco Saverio Pavone, era partita dalla denuncia di un medico del Pronto soccorso di Belluno nel 2014. Cinque, secondo l’accusa, sarebbero dovuti essere gli imputati. Secondo il pm, infatti, il dottor Marco Sommavilla avrebbe visitato pazienti privati in Pronto soccorso dimettendoli con un codice verde, quindi senza far loro pagare il ticket (il medico ha patteggiato un anno e due mesi insieme al massaggiatore De Din). Il primario Gouigoux, al corrente della cosa, non avrebbe denunciato il fatto. E per questo il pm Katjuscia D’Orlando aveva chiesto 500 euro di multa.
Nell’ambito dell’indagine emerse la partecipazione della dottoressa Guerriero come medico sociale a partite di calcio. Nel mirino i 100 euro a partita che la professionista riceveva: secondo l’accusa si trattava di un vero e proprio compenso, nonostante avesse l’esclusiva per l’Usl 1. Per lei era stato chiesto un anno di reclusione e 600 euro di multa, mentre per la difesa si trattava di rimborsi spesa come concesso alle associazioni sportive dilettantistiche dalla Finanziaria del 2003. Per l’infermiere De Carli, infine, il pm aveva chiesto l’assoluzione con formula dubitativa, mentre i suoi legali ne avevano chiesto l’assoluzione con formula piena. —
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