Indice di sportività 2018 Belluno in retrocessione

La provincia nel 2016 aveva ottenuto il 39° posto, mentre quest’anno è al 44° Le società locali: «Mancano impianti e risorse adeguate. I comuni investano»
Olympics Winter Games PyeongChang 2018..Italy's Anna Comarella during Ladies 7,5 Km + 7,5 Km Skiathlon, Alpensia Cross Country Skiing Centre (KOR), 10/02/2018.Photo: Pentaphoto/Giovanni Auletta
Olympics Winter Games PyeongChang 2018..Italy's Anna Comarella during Ladies 7,5 Km + 7,5 Km Skiathlon, Alpensia Cross Country Skiing Centre (KOR), 10/02/2018.Photo: Pentaphoto/Giovanni Auletta

belluno

Impianti sportivi poco adeguati, carenza di persone che vogliano dare una mano, scarse risorse economiche e popolazione ridotta. Sono solo alcuni dei motivi per cui, secondo gli addetti ai lavori, la provincia di Belluno ricopre il 44° posto nella classifica nazionale dell’indice di sportività redatta da ClasPts Group in collaborazione con Il Sole 24 ore per il 2018. Un trend che peggiora di anno in anno. Infatti, nel 2017 il Bellunese era al 39° posto, mentre nel 2016 era addirittura al 32° posto.



Tra i 30 parametri presi in considerazione dall’indagine ci sono il numero di atleti e di tecnici tesserati, le società sportive, i risultati ottenuti nei campionati e nelle classifiche, ma anche la relazione tra sport e realtà sociale ed economica. Cinquanta gli sport presi in esame: dal nuoto al rugby, dal volley e dal ciclismo al calcio, dagli sport invernali fino alle attività indoor e outdoor.



«Un problema che va individuato anche nel fatto che le istituzioni non ci vengono incontro», sottolinea Fabiana Bianchini presidente della Spes volley Belluno, che conta più di 200 atleti tra maschi e femminile. «L’utilizzo degli impianti ha un costo elevato per le società che vivono praticamente con le quote associative dei tesserati. Le palestre provinciali a dire la verità sono quelle meno care, mentre nel capoluogo i prezzi sono piuttosto alti. Si pensi che spendiamo all’anno 30 mila euro solo per la palestra. Invece nella Marca trevigiana molti enti locali vanno incontro alle associazioni con dei contributi. Anche trovare degli sponsor è difficile, se non sei del settore del calcio, è tutto più duro».

In provincia non mancano i ragazzi che hanno voglia di fare sport, ma manca tutto quello che ruota attorno ad una società, alla sua organizzazione. «Negli ultimi anni», sottolinea Orazio Zanin, presidente della Federazione gioco calcio bellunese, che conta 50 società e 4000 tesserati di cui 2.500 solo nel settore giovanile, «c’è una sorta di disaffezione, i volontari sono sempre meno e pochissimi vogliono farsi carico di responsabilità. Abbiamo assistito anche ad una riduzione delle società che fanno attività ludico-sportive con i bambini perché molte hanno deciso di fondersi insieme. Un sistema, a mio avviso importante, per permettere alle varie associazioni di resistere anche economicamente, e poter continuare la propria attività. Infatti, i costi di gestione di una società sono elevati: basti pensare soltanto al costo degli allenatori, del trasporto e degli autisti. E poi dobbiamo considerare che nel tempo si sono perse anche altre società che avevano un progetto per i giovani e questo va a scapito del tessuto sociale».

Per dare una spinta maggiore allo sport di alto livello, «servirebbero degli impianti sportivi adeguati. Molti comuni investono su questo aspetto, ma molti altri no», conclude Zanin. «I nostri ragazzi utilizzano strutture dove negli stessi spogliatoi si cambiano insieme bambini di 10 anni e ragazzi di 18, con tutto quello che questo comporta. Io credo che serva uno scatto di orgoglio anche da parte delle amministrazioni comunali affinché si impegnino a dare qualcosa ai nostri giovani». —



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