Industria 4.0, da Cortina la spinta agli imprenditori

«Si possono creare fino a 4 punti di Pil in cinque anni» se le aziende si rinnovano puntando sull’economia digitale. Esperienze a confronto al convegno dei giovani
Di Francesco Dal Mas

CORTINA. «Il 4.0 è un’economia che se ben usata, gestita e capita può creare fino a 4 punti di Pil nei prossimi 5 anni, 110 miliardi di ricavi in più per le aziende».

E in Veneto? «Il Veneto rappresenta circa il 10% del Pil italiano, quindi l’aumento sarà ancora maggiore». Fra i 4 e gli 8 punti, specie in provincia di Belluno, dove, lamentazioni a parte, l'industria si innova e sta recuperando sulla crisi meglio che in altre realtà del Veneto. I dati della Camera di Commercio lo testimoniano.

Un’occasione da non perdere, insomma - secondo Marco Gay, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria -, la quarta rivoluzione industriale, meglio conosciuta come Industry 4.0, lanciata l’anno scorso dal Governo e dal Ministro Calenda (Mise) e che ieri è stata al centro della trentesima edizione, a Cortina del Meeting dei Giovani imprenditori del Triveneto.

I giovani di Confindustria, anche numerosi bellunesi a cominciare da Nicola Del Din, si sono riuniti al Centro Congressi Alexander Hall e hanno ascoltato testimonianze illuminanti, di chi si è messo in gioco con l’economia digitale ed ha registrato aumenti di produttività del 25%, e nello stesso tempo importanti cali del costo del lavoro. Ma secondo una recente indagine di Federmeccanica, solo un proprio associato ogni 2 è intenzionato ad investire in questo avamposto. Attenzione, però - ha messo in guardia Matteo Zoppas, presidente di Confindustria veneto -, gli incentivi del Governo varranno sino a fine anno, per i progetti presentati entro questa data. E, in ogni caso, il contributo arriverà se entro giugno del 2018 arriveranno anche i nuovi macchinari.

Il convegno di Cortina ha messo fretta all’imprenditoria, specie a quella più giovane . Le opportunità ci sono, eccome. Gay ha ricordato che a livello globale la sharing economy - che vuol dire anche interconnettere aziende e produzioni - può mobilitare fino a 330 miliardi entro il 2025. «Il Veneto è uno dei territori più industrializzati d’Italia quindi - ha sottolineato con forza il presidente - è compito degli imprenditori capire questa opportunità e farla nostra. Dal canto loro, le istituzioni devono farci un grande regalo: darci il mercato, le competenze e i fattori trasversali su cui noi possiamo appoggiare lo sviluppo delle imprese».

Non ci sono dubbi neppure per Giordano Riello, presidente regionale dei Giovani di Confindustria. «Il Piano Industriale 4.0 è fondamentale: dopo anni di assenza di una politica economica è il primo intervento organico da attuare» ammonisce i suoi e nel contempo dà il giusto riconoscimento al Governo. Riello parla di shock positivo per diffondere su larga scala l'innovazione può venire solo dalle aziende leader, trascinando così tutto il sistema produttivo e industriale. E questo rappresenta anche un'enorme opportunità per le aziende che operano nei settori "tradizionali", come tante in provincia di Belluno.

«Aziende che rischiano di rimanere schiacciate da una competizione mondiale che oggi si caratterizza anche dal ribasso dei prezzi, proprio per la politica che viene operata dai colossi internazionali. Le nuove tecnologie ed i processi cognitivi più avanzati permetteranno, invece, all'Industry 4.0 di creare prodotti di qualità, di design e ad alto valore aggiunto, di trasformare i metodi di produzione e i modelli di business cambiando il rapporto con il mercato e con il mondo del lavoro: tutto questo vorrà dire più efficienza, più velocità, più customizzazione».

Roberto Crapelli, ad di Roland Berder, tra l’altro consulente del ministro Calenda, una lunga esperienza in Germania, ha riferito che l’economia della Merkel ha fatto da traino alla rivoluzione digitalizzata, ma da qualche tempo la vivacità maggiore viene espressa proprio in Italia. Si è fatto un gran parlare, con seguito di polemiche, della costituzione di un Competence Center Unico del Nord Est nell’ambito del Piano Industria 4.0 del Governo. Riello ha tagliato corto sull'argomento: «Rappresenta - ha detto - un importante fatto strategico».

Università e Digital Innovation Hub, aziende consolidate, imprenditori e lavoratori 4.0, nuova finanza evoluta «saranno protagonisti del nuovo processo di innovazione globale; un processo che dobbiamo imparare a miscelare nella giusta misura, se non vogliamo rassegnarci ad un’Italia relegata in seconda fila nella competizione globale».

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