Industria: Acc, prove di intesa tra azienda e sindacati
La prossima settimana l'accordo «integrato» sarà sottoposto alle rsu e ai lavoratori
Bruno Deola (Fim) e Luca Zuccolotto (Fiom)
MEL. Un testo che integri i punti poco chiari dell'accordo bocciato col referendum: l'hanno concordato Acc e sindacati nel tavolo provinciale convocato dall'assessore De Gan per mediare tra le parti. La svolta si dovrebbe avere la prossima settimana, con un'intesa azienda-rsu e nuove assemblee con i lavoratori Acc. In mezzo c'è la disponibilità aziendale ad allargare a chi è in cassa il numero di lavoratori da impiegare nei turni in più e a firmare al ministero futuri investimenti. Un incontro, ieri, senza le rsu, non invitate: «Manca l'interlocutore principale», ha dichiarato Zuccolotto (Fiom) a De Gan, che ha risposto chiaro: «A casa mia invito chi voglio». La prossima settimana si dovrebbe chiudere la vertenza. Al tavolo di ieri a Palazzo Piloni il chiarimento già intavolato nei giorni scorsi autonomamente dalle rsu con Acc. Per Acc c'era il responsabile del personale Callegari (con delega di Ramella, assente), per la Provincia l'assessore De Gan e il presidente Bottacin, per i sindacati De Carli (Cgil), Orsini (Cisl), i segretari di categoria Zuccolotto (Fiom), Deola (Fim) e Da Lan (Uilm). Acc ha ribadito che senza intesa i volumi prenderanno altre strade produttive, con futuro incerto per la fabbrica. Ma ha anche dato la disponibilità a rivedere i punti «poco chiari» dell'accordo bocciato. E di fare investimenti su linee vecchie. Sul tavolo l'allargamento del bacino di lavoratori da impiegare nel surplus di produzione, pescando fra chi è in cassa per la rotazione sul K. «Abbiamo registrato la volontà di venire incontro alle istanze avanzate dalle Rsu rispetto al testo originale», spiega Bruno Deola (Fim), «e di formalizzare ulteriori garanzie su investimenti e su come utilizzare le ulteriori risorse umane, ovvero le maestranze del flusso Q e Sigma. Ora bisogna coinvolgere le Rsu per verificare se questa lettera di intenti aggiuntiva al testo originale (che non verrebbe modificato) è sufficente per la sottoscrizione e per portarlo ancora al vaglio dei lavoratori. Importante sarebbe che tutta la Rsu sottoscrivesse l'accordo, tra l'altro frutto di proposte avanzate dai delegati; ora l'azienda ci ha fornito una risposta e chiarito i dubbi. Il nemico adesso è il tempo: entro mercoledì va tutto definito». Apertura anche sugli investimenti: «L'azienda è disposta a sottoscrivere il documento davanti al ministero, se servisse a rafforzare il tutto. Positiva la sua apertura: con un'intesa, infatti, Acc ritirerebbe la comunicazione esposta all'albo in cui diceva di non voler più investire nella fabbrica, di voler portare i volumi all'estero e di ritirare l'uso degli ammortizzatori sociali». «Prima di questo incontro ci sono stati affilamenti tra rsu e azienda per cercare di specificare parti dell'accordo», spiega Paolo Da Lan (Uilm), «poi l'interesse del sindacato è di trovare una soluzione che sia accoglibile dai lavoratori. Questi hanno dato un segnale: il no al referendum non significa il rigetto dei volumi, ma delle condizioni di lavoro cui sarebbero stati costretti a operare. L'obiettivo è la garanzia di una corretta rotazione sulle linee, in modo che chi opera oggi su quelle linee, possa anche riposarsi, visti i ritmi elevati». La soluzione può essere quella di recuperare i dipendenti oggi in Cig, dopo addestramento e formazione: «E' un problema sentito», continua Da Lan. «Non possiamo più permetterci che ci sia chi preferisce fare cassa, scaricando su altri il peso produttivo. E poi bisogna cominciare da subito a pensare alle persone che hanno ridotte capacità lavorative, perchè un domani non diventino "tara" per l'azienda, cioè siano a rischio». Insomma, Acc ha fatto capire «che se riusciamo in tempi brevi a dare una risposta, è disposta a tenere i volumi a Mel. E c'è la possibilità, sulle linee Q e Sigma oggi destinate al lento esaurimento, di produrre il K e il compressore a giri variabili. Già a settembre». (cri.co.)
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