Industria in salute ma le piccole aziende arrancano ancora
BELLUNO. Asticella ancora in rialzo per l’economia industriale bellunese. Confermato nel secondo trimestre 2015 l’andamento positivo dell’indice della produzione industriale bellunese (+4,2%). Il dato emerge dall’indagine Veneto Congiuntura curata da Unioncamere del Veneto, in collaborazione con Confartigianato, e riguardante le imprese manifatturiere con minimo due addetti.
A guidare la ripresa sono le performance di occhialeria e meccanica e della grande impresa. Secondo i dati dell’indagine, realizzata su un campione regionale di 2.250 imprese, la produzione industriale bellunese del secondo trimestre 2015 ha confermato il trand positivo avviato nella seconda metà del 2014, indicando una variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del +4,2%. Un esito in continuità con quello dell’ultima rilevazione e superiore alla media del Veneto (1,8%). Il dato provinciale risulta però viziato dall’andamento delle grandi imprese (+6,9%), che estendendosi oltre i confini nazionali sono in grado di reagire meglio alle sollecitazioni di un clima economico ancora instabile. Emergono, infatti, i limiti dimensionali del manifatturiero locale, con risultati assai modesti nelle realtà meno articolate come le microimprese (+0,7%).
Lusinghiere le note che giungono dal fatturato, che sale a +10,3% (+5,9 al primo trimestre), con un andamento in forte rialzo delle vendite sia all’estero (+12,4%) sia all’interno del territorio nazionale (+9,4%). Ma a trascinare lo sviluppo sono comunque le aziende maggiori, le sole con segno positivo nell’export, mentre le piccole riescono a malapena a difendersi sul fronte interno.
Il Bellunese si è dimostrato più vivace della regione non solo per produzione e fatturato, ma anche nell’acquisizione di nuovi ordini. Anche la domanda interna risulta in ascesa, attestandosi al +3,2% (regione a +1,8%).
Sul versante occupazionale si consolidano i timidi segnali positivi emersi nelle ultime due rilevazioni, con maggior offerta di lavoro per le imprese al di sopra dei dieci addetti.
L’analisi settoriale, che prende in considerazione solo le imprese con oltre 10 addetti, vede il ruolo fondamentale dell’occhialeria e della meccanica e il contributo delle grandi aziende soprattutto sotto il profilo occupazionale.
«Gli esiti emersi dall’indagine ci lusingano e ci fanno ben sperare per il futuro, benché bisogna sempre ricordare che partiamo da una situazione fortemente compromessa e che i segnali di miglioramento, importanti e significativi, provengono da alcuni settori specifici e in gran parte dalla grande impresa», commenta Luigi Curto dellla Camera di commercio, «è indubbio che la ripresa sia in atto ma essa si dimostra ancora fragile e non priva di avversità».
«Molti sono i dubbi sulla tenuta dell’export, riferimento imprescindibile per il manifatturiero locale», prosegue Curto, che si dice comunque più preoccupato «dai riscontri sul versante interno: i consumi e gli investimenti restano ancora fortemente compressi e necessitano di azioni di sostegno con provvedimenti mirati a favorire competitività, innovazione e sburocratizzazione».(e.f.)
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