Influenza: 2 mila bellunesi a letto

Il picco raggiunto in questi ultimi giorni in provincia. Pronto soccorso e ambulatori medici presi d’assalto
Un ragazzino a letto con la febbre alta.ANSA/FRANCO SILVI
Un ragazzino a letto con la febbre alta.ANSA/FRANCO SILVI



L’influenza è arrivata. Almeno per i medici di famiglia che da due settimane sono alle prese con pazienti con febbre, tosse e dolori articolari. «Siamo nel clou dell’influenza», dice Fabio Bortot, fiduciario della Fimmg bellunese. «Già da diversi giorni siamo nella disperazione più assoluta. Dobbiamo ammettere che quest’anno la situazione è davvero pesante. E dopo i bambini che sono stati colpiti per primi, ora è la volta degli adulti delle persone tra i 20 e i 55 anni, cioè i lavoratori e quelli che, stanno bene e non hanno ritenuto di vaccinarsi contro l’influenza».

Secondo l’ultimo Rapporto della Direzione Prevenzione della Regione, in provincia di Belluno potrebbero essere oltre 2200 le persone a letto con l’influenza. L’incidenza parla di 11,01 casi ogni 1000 abitanti.

«Nelle prossime settimane», dicono gli esperti, «sarà possibile capire l’intensità di questa stagione influenzale: dalle informazioni attualmente disponibili e sulla base delle stagioni passate, si può ipotizzare che il massimo stagionale si registrerà nella settimana entrante, in ogni caso si può prevedere che il picco sarà tra i più alti degli ultimi anni». Secondo il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 1, Fabio Soppelsa, quest’anno, rispetto allo scorso, abbiamo avuto un’incidenza maggiore del ceppo virale A rispetto al B. Per cui abbiamo riscontrato i virus A H1N1 quello pandemico dell’influenza suina, l’AH3N2: per fortuna si tratta comunque di virus già contenuti nei vaccini».

E le vaccinazioni contro l’influenza quest’anno sono andate bene. «Abbiamo registrato un aumento di vaccinati del 7-8% rispetto all’anno precedente. Ad oggi abbiamo avuto 34.614 vaccinati appartenenti alle categorie a rischio o ultra 65enni e donatori di sangue, di cui 2.810 sono soggetti istituzionalizzati, vale adire personale delle pubbliche amministrazioni. Un grazie anche ai medici di famiglia che hanno raggiunto capillarmente tutte le fasce a rischio».

L’influenza si manifesta all’improvviso «con febbre molto alta, anche tra i 39-40°, tosse fastidiosa e insistente e bruciore toracico, oltre a dolori muscolari. Poiché siamo di fronte a forme virali, non ci sono rimedi, se non il riposo, l’assunzione di paracetamolo per abbassare la febbre, tenere un’alimentazione leggera ed equilibrata e l’assunzione di liquidi», sottolinea Bortot che aggiunge: «Per chi fa un lavoro impiegatizio, il recupero può avvenire in cinque giorni, mentre per chi lavora all’aperto o in cantieri o esercita attività più faticose ci vorrà più tempo».

Per i medici di famiglia ad influire in questa diffusione così capillare dei virus dell’influenza c’è anche il clima secco di qualche giorno fa che ha impedito un ricambio di aria e quindi il passaggio veloce dei virus e dei batteri. «Di fronte a questo aumento di malati di influenza», dice Soppelsa, «dobbiamo prevenire adottando misure comportamentali precise. Cioè dobbiamo lavare bene le mani con acqua e sapone se possiamo o altrimenti con gel antisettici alcolici, dobbiamo osservare una buona igiene respiratoria cioè coprire bocca e naso quando si starnutisce. Quando uno si sente male, deve seguire l’isolamento volontario e non frequentare luoghi pubblici per evitare di disperdere il virus».

Intanto a livello sanitario, sono stati registrati due casi di complicanze nel Bellunese dovute all’influenza che sono stati curate col ricovero ospedaliero. L’aumento di queste forme virali sta mettendo a dura prova la tenuta del Pronto soccorso, già alle prese con personale ridotto Molti i pazienti che hanno preferito rivolgersi al reparto piuttosto che attendere un appuntamento dal medico di famiglia già oberato di lavoro. E i posti letto nei vari reparti non bastano più, visti i tagli applicati dalla Regione negli anni scorsi.

La situazione quindi è pesante. Per il primario del Pronto soccorso del San Martino, Giovanni Gouigoux i dati degli accessi negli ultimi 45 giorni «sono in linea con gli anni scorsi nelle stesso periodo. Come complicanze dell’influenza, invece, abbiamo riscontrato diverse polmoniti e le persone affette da questa patologia sono state ricoverate». —



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