Influenza, il picco atteso in questi giorni
BELLUNO. È atteso per la settimana appena iniziata il picco dell’influenza. Dopo essere partita in ritardo e un po’ in sordina, anche se con numeri nettamente inferiori rispetto allo scorso inverno, tosse, febbre alta e dolori articolari, alle volte associati a dissenteria, praticamente i sintomi classici dell’influenza, hanno iniziato a colpire molti bellunesi.
Nell’ultima settimana, come fa sapere il direttore sanitario dell’Usl 1, Giovanni Pittoni, «l’incidenza è stata pari a 90 casi ogni 10 mila abitanti», ciò significa che quasi 1.200 persone sono state colpite dall’influenza in questi ultimi tempi. «Si può dire che il numero di casi sia abbastanza elevato, anche se i dati sono nettamente inferiori agli anni precedenti», commenta anche il direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica, Fabio Soppelsa.
Dalla fine di gennaio, quindi, ad ora i casi di malati sono aumentati di non poco, passando dai 40 della terza settimana del mese scorso agli 88 delle prime di febbraio. «E per questa settimana è atteso il massimo dell’incidenza».
«Per fortuna, ad oggi, non si registrano forme gravi di influenza nella popolazione dell’Usl 1 nè complicanze», prosegue ancora il direttore sanitario, memore di quanto accaduto invece nel 2015, che aggiunge: «Sicuramente lo scoppio dell’influenza è stato ritardato di almeno due settimane e la crescita delle persone colpite è stata lievemente posticipata rispetto agli altri inverni». Questo può essere spiegato anche con il clima piuttosto mite e asciutto che ha caratterizzato l’inverno, tanto che il Bellunese deve fare i conti con la siccità.
Dopo questo avvio lento e ritardato, gli esiti comunque dell’influenza, come sottolinea lo stesso presidente dell’Ordine dei medici, Umberto Rossa sono sempre gli stessi. «Negli ultimi 20 giorni, parlando anche con gli altri colleghi, non facciamo altro che vedere pazienti colpiti da forme influenzali e possiamo dire che a farne le spese sono principalmente coloro che non si sono vaccinati. I più colpiti sono i più giovani: i bambini dagli 0 ai 4 anni e poi fino ai 15 anni. Ma ora iniziano a farsi vedere anche quelli più grandi».
I sintomi sono gli stessi di sempre: «Si va dalla febbre alta per 4-5 giorni, ai dolori muscolari diffusi, alla tosse. Inoltre, in alcuni casi abbiamo evidenziato anche una forma gastroenterica con dissenteria per alcuni giorni ma che ha un decorso più veloce rispetto alla forma precedente», sottolinea Rossa che conclude fornendo alcuni consigli per coloro che in queste ore o nei prossimi giorni si troveranno costretti a letto e doloranti. «I consigli sono i consueti: rimanere a riposo a letto, seguire una dieta leggera con tanti liquidi, specie spremute di arancia», perché la vitamina C fa bene per le difese immunitarie, « e verdure passate. E in caso di febbre assumere degli antipiretici o se c’è la tosse prendere degli sciroppi adeguati. Il consiglio per tutti resta quello di vaccinarsi a tempo debito per creare una maggiore copertura contro l’influenza».
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