Influenza. Vaccinazioni drive-in nelle aree industriali. Usl 1 e Confindustria studiano l’accordo
BELLUNO
Vaccinazioni antinfluenzali drive-in per i lavoratori delle fabbriche. È quanto stanno studiano Confindustria Dolomiti e l’Usl 1 Dolomiti. A partire da metà novembre. A beneficiarne saranno i lavoratori, che potranno mettersi al riparo da attacchi influenzali, il cui picco è previsto per gennaio e febbraio.
«Gli imprenditori bellunesi, come hanno evidenziato nella fase fase dell’emergenza organizzando postazioni sicure di lavoro», afferma la presidente Lorraine Berton, «si preoccupano dello stato di salute dei loro collaboratori e di quello delle loro famiglie. Da qui la disponibilità alla vaccinazione gratuita, in stretta collaborazione con l’autorità sanitaria».
Sono 20 mila circa gli addetti alle aziende che fanno parte di Confindustria. Solo una parte aderirà alla campagna vaccinale, visti i precedenti poco incoraggianti. Anche nelle poche realtà che mettevano a disposizione il vaccino gratis, come alla Luxottica, in pochi si facevano punturare. «La nostra speranza», afferma il direttore Andrea Ferrazzi, «è di arrivare a quota 15 mila. Ma la vaccinazione, si sa, è una libera scelta».
Il direttore Adriano Rasi Caldogno si dice comunque fiducioso. Sostiene che la sensibilità è in crescita e che i riscontri ricevuti vanno proprio in questa direzione. Gli incontri tra i dirigenti di Confindustria Dolomiti, lo stesso Rasi Caldogno e il dirigente del Dipartimento Prevenzione, Cinquetti, hanno permesso una prima conclusione. «C’è il nostro impegno a raccogliere le richieste avanzare da Confindustria e da numerose aziende aderenti. Ho assicurato», fa sapere il direttore Rasi Caldogno, «che la disponibilità di vaccini c’è. E ho garantito che assicureremo interventi nella massima sicurezza».
La formula preferita sarà quella del drive-in. Verranno realizzate le postazioni necessarie presso le zone industriali, in aree dove ci sarà spazio per agire in sicurezza, sia per gli operatori dei servizi di prevenzione, sia per gli automobilisti in arrivo. Ma quando fossero grandi fabbriche a chiedere la vaccinazione, quindi con numeri consistenti di lavoratori, il personale potrebbe presentarsi ai cancelli di ingresso. Si tenga presente, fra l’altro, che in novembre le temperature non consentiranno di stare molto all’aperto.
«Studieremo le modalità in base alle esigenze che ci verranno sottoposte», anticipa Rasi Caldogno, «una volta che saranno definite le richieste, provvederemo anche all’approvvigionamento del vaccino».
Quanto ai costi, il capitolo rimane ancora aperto. Se per la Regione il costo per dose è di pochi euro, per i privati lo stesso sale fino ad almeno 15. Quindi la spesa non sarà indifferente per le medie e le grandi aziende. È evidente che la prenotazione cumulativa ridimensionerà la spesa. Ma non è questa una preoccupazione a sentire gli esponenti di Confindustria. D’altra parte, se un privato cittadino con i normali sintomi influenzali, che guarda un po’ sono perfettamente sovrapponibili ad un elevato numero di sintomi da Covid-19, è costretto a restare a casa in attesa di tampone (36 ore di attesa oggi che non si registrano particolari colli di bottiglia nei procedimenti), «come pensiamo», è il ragionamento che si fanno tanti imprenditori, «di mandare avanti la produzione industriale?». L’assenteismo, si sa, costa molto di più del vaccino.
Non è escluso, a questo punto, che una volta predefinito, l’accordo venga sottoposto anche alla valutazione delle organizzazioni sindacali. —
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