Infortuni in calo ma si continua a perdere la vita sul luogo di lavoro
belluno
Calano gli infortuni sul lavoro nel Bellunese ma la loro gravità è in crescita, con quattro incidenti mortali nei primi mesi del 2018. Un motivo in più per non abbassare la guardia e per puntare a maggiori controlli e una migliore formazione. Sono questi gli obiettivi dell’accordo regionale Salute e sicurezza siglato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil e dalla Regione Veneto. «Bisogna far vivere questo accordo» spiegano i sindacalisti Mauro De Carli (Cgil), Bruno Deola (Cisl) e Giorgio Agnoletto (Uil) che ieri hanno presentato un report sulla sicurezza sul lavoro nel Bellunese.
I dati, visti da lontano, sembrano confortanti: in provincia di Belluno gli infortuni sono passati dai 2.873 del 2016 ai 2.811 del 2017, un lieve miglioramento che si trova anche nei dati veneti dove si passa da 74.510 a 74.100 (dati Inail). Spulciando le cifre, però, ci si accorge che è in crescita la gravità degli infortuni, un aspetto che emerge sia dalla lettura dei dati Inail che da quelli Spisal. Secondo Inail gli infortuni mortali in Veneto nei primi cinque mesi dell’anno sono stati 48 contro i 36 dello stesso periodo dello scorso anno. Di questi, 4 infortuni mortali sono accaduti nel Belluese tra gennaio e maggio: nei primi cinque mesi del 2017 erano stati appena 2.
Basta osservare l’andamento dei dati Spisal degli ultimi anni per rendersi conto della situazione. Prendendo in esame gli infortuni in «occasione di lavoro», una definizione giuridica che comprende una parte degli eventi trattati nella casistica precedente, si osserva una crescita della percentuale di eventi mortali, invalidanti o con prognosi superiori ai 40 giorni. Mentre nel 2010 il dato di infortuni mortali o invalidanti non arrivava al 18%, nel 2016 è salito di un punto percentuale. Ancora più importante la crescita degli infortuni con prognosi superiore ai 40 giorni: nel 2016 oltre un lavoratore infortunato su quattro ha avuto questa diagnosi, nonostante la quantità di sinistri sia scesa.
Anche sul versante delle malattie professionali i dati rivelano un calo in numeri assoluti. Sempre nel periodo di riferimento (gennaio-maggio) il numero di lavoratori bellunesi ai quali è stata diagnosticata una malattia professionale è passato da 100 (dati Inail 2017) a 66. Calano, d’altra parte, anche i dati veneti. Ad incidere in particolar modo sono le malattie del sistema osteomuscolare, quasi la metà di quelle diagnosticate.
Questo il quadro, dunque. Ed è da questa base che i sindacati regionali e le loro delegazioni provinciali si stanno muovendo con l’obiettivo di migliorare la situazione. Punto focale dell’accordo è il rafforzamento dello Spisal, il servizio che si occupa di vigilare e intervenire in ambito di sicurezza sul lavoro. Per legge, spiegano i sindacati, dovrebbe essere ispezionato il 5% delle aziende. Di fatto questo significa che le visite sono molto dilazionate nel tempo. L’accordo prevede l’assunzione di 30 nuovi ispettori a tempo indeterminato in Veneto, dando così ossigeno alla struttura. Nel 2018 sono previste anche altre 400 ispezioni oltre a quelle fissate per legge. Il piano strategico si propone anche di definire modalità efficaci per gli oneri di sicurezza nei bandi di appalto, in modo da non sacrificare questo aspetto nel nome del massimo ribasso. Ed ancora: formazione nei confronti dei giovani e una maggiore collaborazione con le figure preposte alla sicurezza in azienda. —
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