Infortunio alla cartiera il direttore scagionato in Corte di Cassazione

Canal era stato assolto a Belluno e condannato in appello Operaio aveva sofferto in un incidente 74 giorni di prognosi



Infortunio alla cartiera: non ci sono colpe. Il direttore della Reno de’ Medici, Francesco Canal ha dovuto arrivare fino alla Cassazione, per vedersi riconoscere la sentenza di assoluzione in primo grado, perché il fatto non sussiste, dal reato di lesioni aggravate, nell’incidente capitato a Ermes Da Lan il 18 gennaio 2012. La Corte d’Appello l’aveva ritenuto colpevole, dopo l’impugnazione da parte del procuratore generale. Non ci sono altri gradi di giudizio e il caso è chiuso definitivamente con l’annullo senza rinvio.

Da Lan era un operaio con mansioni di aiutante e conduttore di una macchina taglierina. Un bancale si è incastrato sulle rulliere del macchinario e l’addetto aveva tentato di risolvere il problema, senza selezionare la modalità manuale di arresto che avrebbe impedito l’immissione dei successivi. È rimasto bloccato con il piede sinistro tra due rulli, mentre il bancale in arrivo, che si era inserito automaticamente nella posizione di carico, l’ha colpito alla gamba, provocandogli la frattura del malleolo tibiale esterno destro.

L’uomo è rimasto in malattia per 74 giorni e il direttore è stato portato a processo per l’ipotesi di reato di lesioni personali aggravate: l’infortunio e il fatto di non essersi assicurato che il lavoratore avesse ricevuto una formazione sufficiente e adeguata in materia di rischi relativi alle sue mansioni, oltre alle misure da adottare per la gestione e il controllo del macchinario che utilizzava.

Il Tribunale di Belluno ha assolto Canal, dandogli atto del fatto che Da Lan era stato preparato e formato in corsi organizzati dall’azienda e la macchina è dotata di sistemi di sicurezza, tra i quali un tasto di blocco per le emergenze. La Corte d’Appello l’ha condannato, sostenendo che la semplice partecipazione ai corsi non esaurisce l’obbligo formativo, in ogni caso il datore di lavoro avrebbe dovuto prevedere la possibilità che un operaio potesse sbloccare il macchinario manualmente, senza provvedere al preventivo spegnimento. La Cassazione la pensa come il Tribunale. —



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