Ingrassia: «Bellunesi bravi ma ci mancano 30 agenti»
BELLUNO. Bellunesi brava gente. Capita che qualcuno esageri con la birra, il venerdì sera e la sua voglia di fare festa si scontri con la necessità di riposare di qualcun altro. Ma in linea di massima «hanno un alto senso civico»: parola del questore Attilio Ingrassia, che alla vigilia della Festa della Polizia in economia, si è lamentato solo dell’organico limitato. Uomini contati, come un allenatore di calcio, che ha undici giocatori fortissimi, ma nessuna alternativa. Manca qualcosa come una trentina di agenti, perché i colleghi che sono andati in pensione non sono mai stati sostituiti, «però abbiamo rimediato con le forze che ci sono, grazie alla disponibilità dei nostri ragazzi a fermarsi per delle ore di straordinario», riprende Ingrassia, «se avessimo i numeri che sarebbero necessari, potremmo pensare per esempio a un turno in più delle volanti, in modo da svolgere un’attività ancora più puntuale ed efficace di controllo e prevenzione, oltre che di repressione, quando è necessaria».
Bilancio positivo. Pochi gli agenti, ma almeno non si rischia di rimanere a piedi con le pantere, nonostante i tagli. Prima dell’incontro, girava una battuta: quasi una grazia che il presidente della Repubblica sia ancora Giorgio Napolitano, che continua a sorridere dai quadretti appesi in tutti gli uffici della Questura. Giusto per sdrammatizzare, in una conferenza stampa cominciata con la proiezione del corto dal titolo “C’è più sicurezza insieme”. Una sequenza di immagini, che invitano i cittadini a collaborare con le forze di Polizia e a mettere in cattività le tre scimmiette, che non vedono, non sentono e non parlano. Accanto ai responsabili Venza delle volanti, Arboit della polizia ferroviaria, Menguzzo della stradale e Fodarella dell’Ufficio di gabinetto, Ingrassia ha insistito molto sul concetto di fare squadra: «Come in ogni buona famiglia, alla fine di un anno è il momento di fare un bilancio e il nostro è senz’altro positivo, soprattutto nell’attività di prevenzione e controllo del territorio, grazie al fatto che abbiamo mantenuto il maggior numero di pattuglie possibile. Basti pensare solo che, nell’arco di tempo tra il 1 maggio 2010 e lo scorso 30 aprile ci sono state quasi trentamila chiamate di soccorso al numero 113».
Poliziotto di quartiere. Quella che Venza ha definito polizia di prossimità ha il suo migliore interprete nel poliziotto di quartiere. «È una figura che i cittadini sentono come molto rassicurante», sottolinea Ingrassia, «tanto che c’è una richiesta di ampliare questo servizio, portandolo dal centro storico ad alcuni quartieri periferici, soprattutto Castion. C’è stato un periodo in cui da quelle parti si sono verificati diversi furti nelle abitazioni, compresa quella del parroco e c’erano stati dei problemi anche a una pedonata non competitiva».
Patto per la sicurezza. Funziona l’accordo con altre forze, come la Polizia locale. La collaborazione permette, a volte di rimediare alle carenze di organico: «Soffriamo da questo punto di vista, non c’è dubbio, ma stiamo cercando di fare lo stesso del nostro meglio».
Diceva Manganelli... Doverosa la citazione finale del compianto capo della Polizia, Antonio Manganelli: «Il nostro capo diceva che la battaglia quotidiana contro la criminalità si vince insieme, facendo squadra. Ha perfettamente ragione e le sue parole continuano a guidarci».
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